Sequestrati 15 immobili, 3 conti e crediti istituzionali a Formigoni. L’ex governatore: “Fake news”

Sequestrati 15 immobili, 3 conti e crediti istituzionali a Formigoni. L’ex governatore: “Fake news”
Roberto Formigoni
21 giugno 2018

Quindici immobili, cinque milioni di euro, tre conti correnti e crediti istituzionali. In questo consiste il sequestro cautelare disposto dalla Procura della Corte dei Conti di Milano a carico di Roberto Formigoni, nell’ambito del procedimento contabile parallello a quello penale che ha portato alla condanna a sei anni in primo grado per l’ex Governatore.

Sono crediti provenienti dall’attivita’ svolta negli anni da Formigoni alla Camera dei Deputati e al Senato, al Parlamento europeo e alla Regione, quelli di cui la Procura regionale della Corte dei Conti chiede il sequestro. La proprieta’ dei 15 immobili, quattordici a Lecco e uno a Sanremo, e’ per un terzo di Roberto Formigoni. Gli appartamenti nel territorio lecchese fanno parte di un unico complesso immobiliare. I crediti sequestrati si trovano sui conti del Banco di Napoli, di Deusche Bank e della Banca Popolare di Sondrio, come si legge nell’istanza di sequestro di una novantina di pagine. La Procura regionale della Corte dei Conti ha disposto anche il sequestro a Formigoni del vitalizio previsto per gli appartenenti alle Camere (l’ex Governatore e’ stato senatore nella XV legislatura e deputato nella X e XII), del trattamento pensionistico maturato al Parlamento europeo (e’ stato eletto nel 1984 e nel 1989) e del vitalizio e l’indennita’ di fine mandato relativi alla sua attivita’ di Presidente della Regione Lombardia dal 1985 al 2013. E’ quanto si legge nell’istanza di sequestro nell’ambito del procedimento contabile sulla vicenda Maugeri. L’11 luglio del 2018 alle ore 12 e 30 si svolgera’ un’udienza presso la Corte dei Conti per discutere le misure cautelari nei confronti di Formigoni e degli altri.

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Formigoni bolla come “fake news” il sequestro cautelare disposto nei suoi confronti dalla Procura Regionale della Corte dei Conti nel procedimento contabile sul caso Maugeri. Formigoni fa sapere che “nulla” gli e’ stato sequestrato “perche’ nulla posseggo. E tutto quanto possedevo (poco in verita’) mi e’ stato gia’ sequestrato da anni, per ordine della Magistratura e che la notizia che vuol far credere che io possegga un tesoretto da 5 milioni che puo’ essere sequestrato e’ falsa”. In una nota della Corte dei Conti si legge che la misura cautelare, che riguarda anche altri imputati del processo, arriva “a seguito di una complessa e articolata attivita’ istruttoria” consistita anche nell'”audizione dei dirigenti regionali informati sui fatti”.

“L’istruttoria – si spiega nel comunicato – fondata sulla prova finanziaria-contabile e sulla prova penale ha permesso di accertare l’esistenza di un sistema illecito composto da soggetti interni all’amministrazione regionale e da soggetti esterni, che hanno cooperato in consapevole concorso per la distrazione delle risorse economiche dalle finalita’ pubbliche”. In particolare, “il Presidente Roberto Formigoni si e’ adoperato per deviare la funzione pubblica a fini privati, avvalendosi dei ‘mediatori – agevolatori’ Pierangelo Dacco’ e Antonio Simone, con interventi e pressioni sugli uffici regionali, mirati alla precisa finalita’ di drenare illecitamente una ingentissima quantita’ di risorse pubbliche, assegnate a copertura dei fondi destinati alle cosiddette funzioni non tariffabili”.

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In primo grado, Formigoni e’ stato condannato a sei anni per corruzione e assolto dall’accusa di associazione a delinquere. E’ in corso il processo d’appello. La nota della Corte dei Conti, evidenzia pure che Roberto Formigoni non ha pagato la provvisionale di 3 milioni che avrebbe dovuto versare alla Regione Lombardia, stando alla sentenza di primo grado, in solido con l’ex assessore Antonio Simone e l’uomo d’affari Pierangelo Dacco’. “Allo stato degli atti – si legge nella nota della Corte dei Conti in cui si comunica il sequestro di 5 milioni all’ex Governatore – non risultano corrisposte le provvisionali decise dal giudice ordinario”. L’organo contabile spiega anche che “nessuna rilevanza e’ stata riconosciuta alle confische disposte dal giudice penale nei confronti degli incolpati, le quali hanno una rilevanza esclusivamente sanzionatoria e non risarcitoria del danno pubblico”.

La Procura della Corte dei Conti di Milano ha disposto il sequestro anche di 10 milioni di euro all’uomo d’affari Pierangelo Dacco’, che ha patteggiato nel corso del processo d’appello 2 anni e sette mesi. Stessa somma per l’ex assessore regionale Antonio Simone, che ha patteggiato 4 anni, 8 mesi e 15 giorni. Sono poi stati autorizzati sequestri di 4 milioni di euro per l’ex presidente della Fondazione Umberto Maugeri (che ha patteggiato 3 anni nel processo penale) e per l’ex direttore amministrativo della Maugeri, Costantino Passerino (in primo grado condannato a 7 anni).

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Nel complesso, la Procura regionale della Corte dei Conti ha contestato un danno erariale pari a circa 60 milioni di euro nei confronti di amministratori regionali, soggetti privati (persone fisiche e giuridiche) e intermediari “partecipanti a un sodalizio illecito ai danni dell’amministrazione regionale nell’ambito dell’erogazione di finanziamenti alla casa di cura privata”. I sequestri conservativi sul patrimonio sono stati eseguiti solo nei confronti di “alcuni dei presunti responsabili nei limiti delle quote dell’arricchimento personale”. La misura cautelare, viene spiegato nella nota, “e’ stata eseguita a garanzia del credito risarcitorio dell’amministrazione regionale, a fronte della commissione di illeciti dolosi motivati da ragioni economiche; secondo la consolidata giurisprudenza, la distrazione o la cattiva utilizzazione dei fondi pubblici arreca un evidente danno patrimoniale all’ente pubblico erogatore, dal momento che esso viene a essere privato delle utilita’ che sarebbero derivate da un corretto uso dei fondi”.

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