Centri in Libia e Niger, la proposta dell’Italia al mini-summit Ue. Spagna: la studieremo. Conte: “Serve una riforma strutturale”

Centri in Libia e Niger, la proposta dell’Italia al mini-summit Ue. Spagna: la studieremo. Conte: “Serve una riforma strutturale”
24 giugno 2018

Centri di protezione internazionale nei paesi di transito, fuori dall’Ue (in particolare Libia e Niger), dove poter presentare le domande di asilo; superamento del sistema dell’asilo di Dublino e in particolare del principio della reponsabilità esclusiva del paese di primo approdo; scissione fra l’obbligo di salvataggio e l’obbligo di processare le domande d’asilo per conto di tutti gli altri paesi Ue; centri di accoglienza in più paesi europei (e non solo Italia e Spagna), per salvaguardare diritti di chi arriva ed evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento.

Sono questi, secondo fonti di Palazzo Chigi, i punti fondamentali della nuova proposta italiana che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato oggi a Bruxelles al mini-summit Ue sull’immigrazione. “Siamo qui per presentare una proposta italiana completamente nuova, basata sul nuovo paradigma di risoluzione dei problemi della migrazione – ha detto il premier italiano Giuseppe Conte -. Si chiama ‘European Multilevel Strategy for Migration’ ed è articolata in sei premesse e dieci obiettivi”. Ed ha sottolineato, che si tratta di “una proposta che mira a superare completamente il regolamento di Dublino” sulla politica comune europea dell’asilo. “Riteniamo che quel regolamento sia basato su una logica emergenziale, mentre in realtà noi vogliamo affrontare il problema in modo strutturale: le nostre opinioni pubbliche ce lo chiedono”, ha concluso Conte. La Spagna porge la mano. Il primo ministro italiano “ha presentato il suo piano, alcuni punti fanno gia’ parte della discussione, su altri ha condiviso con noi le sue opinioni. Abbiamo ricevuto le sue proposte, le studieremo”, dice il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, al termine del mini-vertice di Bruxelles, riferendosi proprio alla proposta italiana. Secondo Sanchez si e’ trattato di “Una riunione positiva, piu’ punti unione che di divisione resta molto da fare ma abbiamo condiviso esperienze, conversazione franca, cose piu’ che ci uniscono che ci dividono. E’ stato un buon passo in avanti”. Tutti sono d’accordo nel bisogno di avere una visione europea e una risposta europea, e’ una responsabilita’

Un altro punto della proposta italiana, che prende in considerazione le esigenze del governo tedesco sulla base delle quali era stato pensato inizialmente questo mini summit, riguarda i contrasto ai “movimenti secondari” (spostamenti intra-europei). Questo contrasto potrà avvenire anche con “intese tecniche tra paesi maggiormente interessati”; ma, sottolinea l’Italia, solo dopo aver affrontato il problema in tutta la sua complessità, attuando tutti gli altri principi della proposta. E in particolare dopo aver riformato le procedure di Dublino sui “movimenti primari” (ingressi) dei richiedenti asilo: a questo punto, ha argomentato Conte davanti ai suoi colleghi degli altri Stati membri, gli spostamenti intra-europei di rifugiati diventerebbero meramente marginali.

Il Sistema comune europeo d’Asilo, ha argomentato il presidente del Consiglio, oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l’Europa, poco importa a che prezzo. I Centri di protezione internazionale nei paesi di transito, che propone l’Italia, dovranno servire a valutare le richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo, l’Ue dovrà lavorare con Unhcr e Oim (l’Alto commissariato Onu per i Rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni). Molto importante e urgente, in questo contesto, ha sottolineato il premier italiano, è rifinanziare il Trust Fund dell’Ue per l’Africa, che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500 milioni di euro, e che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger. Importante anche, per l’Italia, una migliore sorveglianza delle frontiere esterne, con il sostegno alle missioni Ue (Eunavfor Med, Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia Costiera Libica, iniziative che vanno rafforzate. Conte ha insistito sul superamento di Dublino e dell’attuale criterio del paese di primo arrivo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa, ha sottolineato.

Inoltre, c’è una responsabilità comune tra Stati membri sui naufraghi in mare. Una responsabilità che non può ricadere tutta sui paesi di primo arrivo. Bisogna scindere le nozioni di tra porto sicuro di sbarco e Stato competente a esaminare richieste di asilo. L’obbligo di salvataggio, ha osservato il premier italiano, non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti. Per questo, vanno creati dei centri di accoglienza in più paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva ed evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento. Non possiamo portare tutti in Italia o Spagna, ha detto Conte. La decisione sull’accoglimento o il rimpatrio dei migranti economici, quelli cioè che non hanno diritto alla protezione internazionale, ricade, ha ricordato il premier italiano, tra le competenze esclusive degli Stati membri (articolo 79 del Trattato sul funzionamento dell’Ue). Ma per quanto riguarda la redistribuzione dei richiedenti asilo, Conte ha sostenuto che vanno previste adeguate contromisure finanziare rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati. L’Unione europea, infine, deve contrastare con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la tratta di esser umani, e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti, ha concluso il premier italiano.

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