Servono nuove energie e nuovi volti per un vero rilancio di Forza Italia. Marco Siclari è il giovane portabandiera della nuova generazione azzurra che, senza rottamare, vuole contribuire alla riorganizzazione del partito e che “arriverà prima di settembre”. Il 41enne senatore guarda anche oltre. E non esclude, in futuro, cantieri aperti sul fronte dei moderati con il progetto repubblicano di Carlo Calenda: “Tutto può accadere”.
Senatore Siclari, appare critico su questo rinnovamento di Fi.
“Il fatto è che avendo raggiunto una maturità politica, intendo contribuire a questo rinnovamento. Possiamo rafforzare il nostro consenso solo se facciamo gioco di squadra. Ma il gioco di squadra richiede un’organizzazione che corrisponda a un cambiamento che non vuol dire rottamare – cosa che non fa parte del nostro dna – ma includere anche nuovi volti, nuove energie pronte a lavorare sul territorio”.
Diciamola così: la nuova generazione non vuole più essere soffocata dai “colonelli”.
“Io credo che la volontà di rinnovare il partito sia già in atto. E’ un segnale sono state le candidature alle Politiche, dove circa il settanta per cento dei nomi messi in lista erano nuovi. Certo, non possiamo escludere chi con impegno e saggezza ha portato avanti il partito in questi anni. Ma quello che dovrà cambiare, rispetto al passato, è che ora si deve guardare con più attenzione alle nuove figure”.
Antonio Tajani vice presidente di Fi e Adriano Galliani coordinatore?
“Uomini di cui i lori successi sono riconosciuti da tutti, ben vengano. In particolare, Tajani ha mostrato grande capacità politica in Italia e all’estero. Ecco perché dico che Fi è più forte di ieri, quando si viveva solo di ‘rendita’ grazie al presidente Berlusconi. Oggi invece sì, si vive sempre grazie ai consensi del Presidente, ma anche di risorse che ancora il nostro partito in Italia non ha valorizzato del tutto”.
Centrodestra è passato a trazione leghista.
“Finita la campagna elettorale, la Lega dovrà governare, quindi dovrà dare risposte per dimostrare di essere in grado di mantenere il loro consenso. Nel partito ci sono nuove energie che non guardano la Lega. E io ne sono un esempio. Non vedo il problema”.
Giovanni Toti crede ancora nel partito unico. Mentre in Liguria, scatena una guerra fratricida contro Claudio Scajola. Che significa?
“Partito unico con la Lega da archiviare. Siamo per un centrodestra plurale. E’ vero, Toti è stato il primo a lanciare il progetto, ma non credo che oggi o domani ci siano le condizioni. Lo scontro con Scajola? Sì, queste sono scelte politiche che riguardano la Liguria. Tuttavia, bisognerà capire quali sono attualmente le posizioni, e non solo di Toti e di Scajola (a cui faccio tanti auguri), ma anche di tanti altri colleghi che stanno al Nord, per far chiarezza”.