Conte: “Da solo avrei scritto conclusioni diverse”. Opposizioni: “Parole”

29 giugno 2018

“I leader dell’Europa a 28 hanno raggiunto un accordo sulle conclusioni del Consiglio europeo, incluso il tema delle migrazioni”: con un laconico messaggio su Twitter poco dopo le 4.30 della notte il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, ha annunciato il superamento dello stallo che aveva bloccato nella giornata di giovedì il vertice di Bruxelles. “Da questo Consiglio europeo – ha commentato Conte lasciando il palazzo al termine del lungo negoziato – esce un’Europa più responsabile e più solidale: l’Italia non è più sola”. Tuttavia, il premier ammette: “Vi devo fare una confessione, se avessi potuto scrivere da solo le conclusioni, qualche passaggio, lo avrei scritto diversamente”. In ogni caso, “considerato che si e’ trattato di una lunga e complessa negoziazione fra 28 Stati, non posso che ritenermi soddisfatto”.

Era stata proprio l’Italia ad opporsi alle conclusioni del Consiglio. Nella giornata di ieri proprio la posizione italiana aveva fatto saltare la prevista conferenza stampa dello stesso Tusk con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Roma infatti aveva chiesto che fosse subordinata a una intesa su tutti i contenuti del documento, compresa la questione della gestione dei flussi migratori. “Sono un giurista – ha rivendicato in Consiglio il premier, scontrandosi fra gli altri con il primo ministro svedese Stefan Löfven che gli ha rinfacciato un comportamento ‘non appropriato’ – e questo documento ha un solo numero di protocollo, dunque va approvato in toto o l’Italia non ci sta”.

Nella prima giornata del vertice si sono inseguite le indiscrezioni, diffuse prima da parte francese e poi da parte delle fonti governative italiane, sui possibili contenuti dell’accordo cui stavano lavorando il presidente Emmanuel Macron e il leader italiano. Illustrandoli, Conte all’alba di venerdì ha spiegato che “è passato il principio che il tema della regolazione dell’emigrazione e della gestione dei flussi migratori deve essere affrontato secondo un un approccio più integrato, come avevamo richiesto, che riguardi sia la dimensione esterna, sia quella interna, sia il controllo delle frontiere”. Inoltre, ha sottolineato, “è affermato il principio chi arriva in Italia arriva in Europa”.

Testualmente, in realtà, in questo punto delle conclusioni è scritto che la sfida dell’immigrazione “non riguarda un singolo Stato membro, ma l’Europa nel suo insieme”. Nel paragrafo 3, ha continuato Conte, “è affermato il principio che tutte le navi che solcano il Mediterraneo devono rispettare le leggi, quindi anche le Ong, e non devono interferire con le operazioni della guardia costiera libica”, un punto, questo, che nella prima bozza non c’era. Il premier ha poi citato il paragrafo 5, che afferma “il principio di un nuovo approccio per quanto riguarda il salvataggio in mare: d’ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate tra gli Stati membri”.

Sempre al paragrafo 5, ha continuato Conte, è prevista poi “la possibilità di creare, di istituire dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco, e se del caso il transito dei migranti anche verso paesi terzi sotto il coordinamento e la cooperazione dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati e dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni”. Questo punto riguarda le “piattaforme di sbarco regionali” al di fuori dell’Europa, e in particolare in Nordafrica, di cui già si parlava nella prima bozza di conclusioni. Altri risultati rivendicati da palazzo Chigi, i 500 milioni di finanziamento del fondo per l’Africa e la dichiarazione di principio sulla necessità di riformare il regolamento di Dublino.

Infine, il punto della possibilità di creare centri di accoglienza negli Stati membri ma su base volontaria. Si tratta, in sostanza, della prefigurazione di quella “coalizione dei volenterosi” di cui parlava nei giorni scorsi la cancelliera Merkel: un accordo fra gli Stati membri che vorranno effettivamente condividere la gestione dello smistamento dei migranti dopo il loro salvataggio in mare e sbarco nei “centri di accoglienza” (o, come vengono chiamati nelle conclusioni, “centri controllati”) che funzioneranno “con il pieno sostegno dell’Ue”.

SALVINI “Sono soddisfatto e orgoglioso per i risultati del nostro governo a Bruxelles. Eppur si muove…abbiamo cominciato! Finalmente l`Europa è stata costretta ad accettare la discussione su una proposta Italiana. Rispetto al nulla dei governi Letta, Renzi e Gentiloni sono state accettate numerose nostre richieste. Su altre ancora c`è ancora da lavorare. Però finalmente l`Italia è uscita dall`isolamento e torna protagonista. Ho sentito il premier Conte per complimentarmi, i ministri di Maio, Toninelli e Moavero ai quali ho espresso tutta la mia soddisfazione perché siamo tornati protagonisti. Con la sinistra l`Italia era ridotta a una comparsa”. Poi aggiunge: “Gli unici centri che stiamo aprendo sono quelli per i rimpatri, almeno uno in ogni regione. Non faremo nuovi centri di accoglienza. Un Paese con cui dovrò e voglio lavorare in concordia è il governo tunisino”, conclude il ministro.

MARTINA “Per l’Italia nessun risultato utile dopo il Consiglio europeo di questa notte. L’Europa non riesce a fare il salto di qualita’ necessario per affrontare il tema delle migrazioni come grande questione strutturale e contemporanea e non solo come emergenza. Il regolamento di Dublino resta. Il nostro paese non ottiene praticamente nulla purtroppo. I paesi dell’est cantano vittoria per il carattere volontario dell’intesa sui migranti. Una doccia fredda per il nostro governo sempre pronto a usare la voce grossa salvo poi ripiegare in questo modo con l’aggravante di aver rischiato di frantumare l’Europa”. Cosi’ su Facebook il segretario reggente del Partito democratico Maurizio Martina.

GENTILONI “#Ue ha passato la nottata. Meglio così. Ma da un anno l`Italia si batteva per ottenere impegni vincolanti e non su base volontaria. Ora invece ci affidiamo alla buona volontà, come chiesto da Visegrad. L`unico obbligo riguarda i movimenti secondari. Speriamo bene”. Lo scrive sul suo account twitter l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni commentando gli esiti del vertice dei capi di Stato e di Governo Ue di Bruxelles.

SERRACCHIANI “Un grande Paese fondatore dell’Ue come l’Italia si e’ ridotto a non contare nulla nei massimi organismi europei, dove siamo rappresentati volta a volta dall’arroganza strapaesana di Salvini o dall’inesperienza sconcertante di Conte. Se prima eravamo in difficolta’, adesso siamo drammaticamente soli”. Lo ha affermato la deputata del Pd Debora Serracchiani commentando gli accordi scaturiti dal Vertice Ue. “Adesso possono suonare le trombe della propaganda e – ha aggiunto Serrracchiani – tentare di nascondere il fallimento e l’isolamento, ma ricordino che l’Italia ha avuto un ruolo quando ha saputo tessere alleanze mentre sappiamo che frutti da’ la politica del ‘tanti nemici tanto onore”. Riferendosi alla “confessione” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale dopo il Consiglio Europeo ha detto che “le conclusioni da solo le avrei scritte diversamente ma eravamo in 28”, Serracchiani ha auspicato che “qualcuno spieghi rapidamente al premier Conte il significato della parola ‘trattativa’ e poi gli dica come farla”.

BERNINI “Un documento di mere intenzioni e nulla di piu’, purtroppo per l’Italia”. Lo afferma Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, che definisce il vertice di Bruxelles “molto deludente e anche le dichiarazioni di Salvini che non si fida – e fa bene – delle parole europee, dimostrano che invece di andare nella direzione auspicata, in tema di migrazione a prevalere e’ ancora una volta l’egoismo dei maggiori stati membri dell’Ue. Come osserva oggi il Presidente Berlusconi, con la lungimiranza e l’esperienza di chi i problemi li ha risolti davvero, questo egoismo tra Stati che il Premier Conte ancora non ha compreso appieno, mettera’ a repentaglio la stessa tenuta dell’Europa. E le conseguenze, al momento inimmaginabili – osserva Bernini – non possono essere arginate da improbabili alleanze poco adatte a tutelare le nostre frontiere con gli stati piu’ egoisti del blocco di Visegrad. Qualcuno dovra spiegare al presidente Conte, che esulta ma non si comprende per cosa, quanto realmente sia accaduto a Bruxelles. Noi certamente non esultiamo e abbiamo difficolta’ ad accettare che si provi a far passare per successo un fallimento. Unico risultato apprezzabile del Consiglio, peraltro molto limitato rispetto alla proposta del presidente Antonio Tajani, sono i 500 milioni per il cosiddetto Trust Fund. Dalla sua trasferta, davvero scarso materiale di esultanza per l’Italia e per gli italiani, Presidente Conte”, conclude Bernini.

FASSINO “L’Italia esce dal vertice europeo isolata e debole come vi era entrata. Nessun passo in avanti sul Regolamento di Dublino e nessun programma di ricollocazione dei migranti. Solo un generico impegno ad accogliere da parte di chi lo decidera’ volontariamente. I paesi di Visegrad – gli amici di Salvini – hanno imposto la loro linea di chiusura. E non aver costruito alleanze con gli altri Paesi ha condotto l’Italia in un vicolo cieco. Indispensabile che il Presidente del Consiglio torni a riferire in Parlamento”. Lo afferma Piero Fassino (Pd), commentando i lavori del vertice Ue.

SPERANZA “A Bruxelles prevalgono gli interessi nazionali divergenti”. Lo afferma il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza. “E ancora una volta si bloccano le scelte che servirebbero all’Europa, a partire dalla riforma degli accordi di Dublino e dal superamento dei meccanismi di ricollocazione dei migranti basati sulla volontarieta’. Dopo tante roboanti dichiarazioni la verita’ e’ che l’elefante ha partorito un topolino”, aggiunge Speranza.

MINNITI  “Mi sembra molto difficile che il vertice europeo apra una nuova fase su migranti. Abbiamo incassato solo dei paghero’ difficili da riscuotere, il tempo dira’ se si tratta di assegni in bianco”. Lo dice l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, a Radio Anch’io. “Sul trattato di Dublino c’e’ un rinvio. Bisogna prima trovare il consenso per modificarlo, serve l’unanimita’ dei 28 paesi europei e questo e’ un macigno sul suo cambiamento”, prosegue Minniti. “Sull’accoglienza si decidera’ in base a meccanismi volontari. Prima non funzionava l’obbligatorieta’, figuriamoci la base volontaria. Mentre restano obbligatori i rimpatri verso il punto di prima accoglienza come l’Italia. Tirati fuori dall’isolamento dal nemico Macron, mica siamo stati aiutati dai paesi di Visegrad”, conclude l’esponente Pd.

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