Salvini punta a leadership populisti Ue. Riorganizzazione partito e piattaforma Rousseau

Salvini punta a leadership populisti Ue. Riorganizzazione partito e piattaforma Rousseau
Matteo Salvini
2 luglio 2018

Matteo Salvini punta alla leadership dei partiti populisti del Vecchio Continente. Dopo aver conquistato ‘con la ruspa’ il timone del centrodestra italiano, il segretario leghista ha lanciato ieri da Pontida la sua nuova sfida in vista delle Europee di fine maggio: la costruzione di una confederazione dei “movimenti sovranisti e libertari” europei. Una Lega delle Leghe. L’obiettivo, assai ardito, appare ai leghisti come la naturale prosecuzione dell’idea del fondatore Umberto Bossi – ieri assente dal raduno, per un mal di schiena che lo ha bloccato a Gemonio – che nel febbraio del 1991 ebbe l’intuizione di federare i Movimenti autonomisti presenti in Italia.

Ma il progetto di Salvini prevederebbe anche una profonda ristrutturazione del partito che fu del Senatur, con un superamento della struttura complessa e gerarchica che Bossi diede alla sua creatura e che la Lega salviniana ha ereditato e ancora conserva. La ristrutturazione dovrebbe portare a un partito piu’ leggero e definitivamente nazionale, non piu’ nordista, con possibile sede anche a Roma. Per arrivare a questo risultato sara’ necessario un passaggio di sintesi delle tre attuali formazioni politiche che Salvini guida: la formazione fondata per cercare consensi al Sud, ‘Noi con Salvini’, il nuovo partito fondato a dicembre ‘Lega per Salvini premier’ e la vecchia ‘Lega nord per l’indipendenza della Padania’ (il cui nome non e’ ancora stato cambiato, solo il contrassegno elettorale in vista delle politiche del 4 marzo).

L’idea sarebbe di sintetizzare le tre formazioni in una unica, il cui nome sara’ Lega, in una sorta di assemblea costituente da tenersi a novembre e comunque prima della fine dell’anno. Non si trattera’ solo di un’operazione cosmetica volta a certificare la definitiva scomparsa della desinenza ‘Nord’ dal nome del partito (e a far scomparire dallo statuto ogni riferimento all’indipendenza della Padania): in via Bellerio si starebbe lavorando anche a un nuovo statuto del partito che porti a un alleggerimento e a un superamento della sua struttura confederale.

Oggi la Lega e’ una “confederazione di nazioni”, piu’ o meno coincidenti con le Regioni italiane (tranne alcune eccezioni, come Emilia e Romagna, divise in due diverse nazioni). Ogni nazione e’ attualmente guidata da un segretario ‘nazionale’, figura importante, che partecipa al massimo organo esecutivo, il consiglio federale, e prepara le liste dei candidati di ogni elezioni, e che potrebbe in futuro essere sostituito da un semplice coordinatore regionale in una formula di partito piu’ leggero come e’, per esempio, Forza Italia.

L’idea comunque sarebbe di affermare la centralita’ della Rete nella gestione del partito, che diventerebbe maggiormente accentrata, e si starebbe lavorando anche a una piattaforma sul modello di Rousseau, usato dagli alleati di governo del Movimento 5 stelle. Sicuramente, in vista del voto europeo, il progetto e’ quello di una confederazione dei populisti. Dell’idea il segretario leghista avrebbe parlato con Steve Bannon nell’incontro che i due hanno avuto in via riservata a Milano, l’8 marzo scorso. L’ex capo stratega di Donald Trump, tra i primi a prevedere l’alleanza tra M5s e Lega, e’ stato d’altronde nei mesi scorsi impegnato in un tour a piu’ tappe in Europa per diffondere la sua visione a favore della creazione in Europa di “un gruppo di nazioni forti e sovrane guidate da un altrettanto forte populismo”. Bannon si e’ dato una prospettiva di 10-20 anni; Salvini pensa a tempi piu’ brevi: vorrebbe mettere le basi per la ‘rete’ dei populisti europei gia’ a settembre e vederne i primi risultati con le elezioni di fine maggio.

Gli interlocutori sono in primis i partiti gia’ aderenti al gruppo ‘Europe of nations and freedom’ a Strasburgo e le formazioni con cui il segretario leghista ha avviato un dialogo sin dal 2013. C’e’ il Rassemblement national della francese Marine Le Pen, la tedesca Alternative fur Deutschland, i partiti della Liberta’ austriaco (Fpoe) e olandese (Pvv), i fiamminghi di Vlaams Belang, e i polacchi del Congresso della nuova destra (Knp). Con il Ppe, ma potrebbe uscirne, poi c’e’ il Fidesz dell’ungherese Viktor Orban, con cui Salvini dialoga da tempo, mentre e’ solo stata avviata l’interlocuzione con i bulgari di Patrioti uniti.

Chiaramente ogni mossa di Salvini dovra’ essere calibrata in base agli sviluppi della situazione politica e degli equilibri internazionali. C’e’ attesa soprattutto per il bilaterale di riavvicinamento tra Vladimir Putin e Donald Trump, ritenuti entrambi dei modelli dalla Lega, in programma il 16 luglio, a Helsinki. Altro snodo, infine, e’ l’esito della crisi politica in Germania. Oltre agli euro-scettici AfD, Salvini ha saldato l’asse, avviato gia’ da Bossi e Roberto Maroni, con la Csu bavarese, il cui leader e collega ministro dell’Interno, Horst Seehofer, sta guidando la battaglia interna al centro-destra alla leader della Cdu, Angela Merkel.

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