La cancelliera tedesca Angela Merkel ha raggiunto un accordo con i ribelli conservatori della sua maggioranza, guidati dal ministro degli interni Horst Seehofer, per chiudere ulteriormente le porte all’ingresso di richiedenti asilo in Germania. Ecco cosa prevede l’accordo e quali sono le questioni che lascia aperte in Germania e in Europa.
Il patto stretto da Merkel con i conservatori della CSU bavarese, alleati di governo, istituisce un “nuovo regime confinario” alla frontiera austriaca. I richiedenti asilo già registrati in altri Paesi Ue verrebbero detenuti in “centri di transito” in attesa di essere deportati. Per attuare questa misura senza violare il diritto internazionale sulla richieste d’asilo, va introdotto un artificio che crei aree simili alle “zone extraterritoriali” degli aeroporti, dove i nuovi arrivati non hanno ancora raggiunto il territorio nazionale.
Prima che i detenuti vengano deportati, vanno poi raggiunti accordi bilaterali con i vari Paesi. Se questi rifiuteranno, Berlino pensa di poter convincere l’Austria ad accogliere i migranti respinti. Vienna ha subito fatto sapere che se l’accordo raggiunto sarà convalidato dal governo tedesco, “saremo obbligati ad adottare misure per evitare svantaggi per l’Austria e la sua popolazione”. L’Austria è inoltre “pronta a prendere misure per proteggere i confini meridionali in particolare”, quelli con l’Italia e la Slovenia. Dai massimi del 2015-2016 i numeri dei richiedenti asilo in Germania sono diminuiti nettamente: da gennaio a maggio di quest’anno erano appena 78.026. Dei nuovi arrivi di questi mesi 18.349, quasi uno su quattro, aveva già aperto un procedimento di richiesta asilo in un altro Paese.
Nonostante il calo dei flussi, la CSU è decisa a premere per una politica che tenta senza successo di far adottare dal 2015, sperando di convincere gli elettori prima del voto di ottobre. I “centri di transito” sono stati respinti dalla Spd, partner di coalizione di Merkel, già nel 2015. Ma oggi la leader della SPD Andrea Nahles ha detto che il nuovo piano, che riguarda numeri più contenuti, “non è la stessa cosa” del culmine della crisi dei migranti, quando gli arrivi erano decine di migliaia al giorno. I socialdemocratici sono divisi tra istinti umanitari e la consapevolezza che molti elettori vogliono controlli più severi. Far saltare la coalizione sul tema migratorio così presto probabilmente li danneggerebbe inca so di voto anticipato.
Ma Nahles ha avvertito che l’accordo contiene “assegni che rischiano di andare scoperti”, dipendente com’è su intese internazionali. La possibilità di deportare i richiedenti asilo dipende dagli accordi bilaterali con i Paesi dove si sono registrati inizialmente. Questi trasferimenti sono al cuore del discusso accordo che Merkel ha stretto con i leader europei all’ultimo vertice. Tra i 16 Paesi che si sarebbero accordati, vari centroeuropei, Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia, hanno smentito di esser pronti ad accogliere i rifugiati respinti. l’Italia non è nella lista. Seehofer deve ora persuadere il cancelliere conservatore tedesco Sebastian Kurz ad accogliere i richiedenti asilo. “Mi pare che Kurz sia interessato in soluzioni ragionevoli” ha detto Seehofer. Vienna ha detto di non essere stata consultata sul piano di Berlino e ha chiesto chiarimenti.