Si chiama Corinna l’ultima minaccia per la monarchia spagnola

Si chiama Corinna l’ultima minaccia per la monarchia spagnola
Juan Carlos I, accusato dalla presunta amante Corinna Zu Sayn-Wittgenstein
15 luglio 2018

L’ombra dello scandalo si allunga di nuovo sulla monarchia spagnola: nel mirino è finito il re emerito Juan Carlos I, accusato dalla presunta amante Corinna Zu Sayn-Wittgenstein di avere dei conti correnti occulti in Svizzera. Come riporta il quotidiano spagnolo Diario.es, le accuse sono contenute nelle registrazioni di alcuni interrogatori condotti dall’ex commissario di polizia e uomo d’affari José Manuel Villarejo, coinvolto in vari casi giudiziari e che aveva minacciato di diffondere i contenuti del suo “archivio segreto” se non fossero stati annullati i procedimenti penali nei suoi confronti. Dopo la pubblicazione delle prime registrazioni, Corinna da parte sua ha fatto diffondere un comunicato in cui afferma di essere vittima di “una campagna di discredito per motivi politici” e di “essere utilizzata in un conflitto che non mi riguarda”.

Nella prima registrazione Corinna, interrogata dal commissario, racconta che Juan Carlos le prestò metà della somma necessaria per l’acquisto di un appartamento in Svizzera; denaro che proveniva da un conto corrente gestito da Arturo Fasana, un promotore titolare delle Rhone Gestion, un portafoglio da dove sono passate grandi somme di numerosi e ricchi cittadini spagnoli finite in un conto corrente battezzato “Soleado”. Da qui il denaro passava a un ventaglio di svariate società specchio che rendevano impossibile risalire all’identità dei proprietari. Fasana – coinvolto anche nello scandalo di corruzione “Gurtel” e in un’indagine sulla mafia cinese – peraltro era stato oggetto nel 2013 di una rogatoria della magistratura spagnola in cui aveva mostrato agli inquirenti un pen drive con i nomi di alcuni clienti.

Nell’occasione uno degli agenti aveva cercato di guardare il contenuto di una cartella contrassegnata con la parola “Vips”, provocando la reazione del gestore: “La lasci al suo posto, se le facessi vedere che cosa c’è dentro affonderebbero la Spagna”; gli inquirenti si dovettero limitare al materiale espressamente previsto dalla rogatoria. Il sospetto è dunque che fra i clienti Vip di Fasana vi sia lo stesso Juan Carlos; tuttavia questa non è l’unica possibile tegola sulla testa dell’ex monarca, giacché Corinna in un’altra registrazione afferma che a chiedere soldi per conto della Noos, l’azienda gestita dal genero Iñaki Urdangarin – condannato a cinque anni di carcere per corruzione – era proprio Juan Carlos, che sarebbe stato perfettamente al corrente delle attività illegali del genero.

Infine, nel 2011 Juan Carlos avrebbe preteso il pagamento di una commissione milionaria per la concessione di un appalto ferroviario saudita all’azienda spagnola Ohl, in cui aveva svolto un ruolo di mediazione; i soldi sarebbero invece andati almeno inizialmente alla moglie di Adnan Khasoggi, l’iraniana Sahpari Zanganeh, coinvolta nella trattativa dal titolare dell’Ohl, Juan Miguel Villar-Mir. Questi, stando al racconto di Corinna (e come peraltro smentito da lui stesso), si sarebbe rifiutato di pagare il monarca e la stessa Zu Sayn-Wittgenstein avrebbe consigliato a Juan Carlos di “non toccare denaro proveniente dall’Iran”: “Sei pagato dallo Stato per rappresentare l’industria spagnola, non puoi accettarlo”; tuttavia, nel 2012 la donna notò un ingente trasferimento bancario e il monarca spiegò che proveniva dall’Arabia saudita.

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