Usa, sale la tensione per le elezioni di novembre. I giganti dei social in allerta, rimossi centinaia di account e pagine

22 agosto 2018

Dopo piu’ di un anno di attenzione ininterrotta sugli attacchi di hacker russi contro i giganti della Silicon Valley, Facebook e Twitter hanno annunciato la scorsa notte di aver smantellato una rete di account sospetti, apparentemente legati all’Iran. Il giro di vite si inserisce nel piu’ generale impegno delle compagnie americane del settore contro i tentativi di hackeraggio da parte di agenti stranieri che mirano ad influenzare le elezioni americane di meta’ mandato.

Per primo e’ arrivato l’annuncio di Facebook, che ha detto di aver rimosso dalla propria piattaforma 652 pagine, gruppi e account per “comportamento non autentico coordinato”, al fine di diffondere contenuti politici in quattro continenti, puntando in particolare a Medio Oriente, America Latina, Gran Bretagna e Stati Uniti. Dunque, continuano i lavori di controllo e pulizia dei colossi dei social con l’intento di creare confusione tra gli utenti americani, in vista delle elezioni di medio termine previste per il prossimo 6 novembre. In un post pubblicato dal capo della politica per la cybersecurity di Facebook, Nathaniel Gleicher, si spiega che la societa’ – con l’aiuto della compagnia di sicurezza FireEye – ha monitorato diverse operazioni, legate a Iran e Russia, e che hanno portato al blocco dei profili.

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La prima riguarda il network denominato “Liberty Front Press”, cui fanno capo 74 pagine, 70 account, tre gruppi Facebook e 76 account su Instagram; su Facebook aveva 155 mila follower, mentre su Instagram 48 mila. Piu’ che influenzare le operazioni elettorali negli Usa – a cui avevano iniziato a interessarsi solo nell’ultimo mese – i profili promuovevano posizioni politiche filo-iraniane e anti-israeliane sul Medio Oriente. Facebook, pero’, non esclude che siano stati fatti “tentativi” di ingerenza nella politica americana.  Un secondo network a questo correlato era, invece, coinvolto in attacchi informatici e tentativi di hackeraggio; aveva 12 pagine, 66 account e nove profili Instagram. Una terza rete aveva account che risalivano al 2011 e condivideva anche questa contenuti sul Medio Oriente e la politica interna Usa e britannica; era piu’ grande dei precedenti, con 168 pagine, 140 account e 31 profili Instangram.

 La famigerata fabbrica dei troll russi, di San Pietroburgo, contava su 135 account. Quest’ultimo network aveva 813 mila follower su Facebook e 10 mila su Instagram e aveva speso 6.000 dollari in pubblicita’ tra il 2012 e l’aprile di quest’anno. Come riporta il sito Techcrunch, e’ interessante notare che questa rete ha ospitato anche 25 eventi, a dimostrazione che non era solo un manipolo di persone che da una scrivania postavano contenuti dietro molteplici pseudonimi e account fake. Un ultimo gruppo, infine, era vicino a fonti che secondo Facebook gli Usa considerano legati all’intelligence militare russa e avrebbe tentato di influenzare l’opinione pubblica su Siria e Ucraina.

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Facebook ha riportato tutte le informazioni di cui dispone alle autorita’ americane e britanniche e ha detto di lavorare per portare avanti ulteriori indagini a riguardo. Poco dopo quello di Facebook e’ arrivato l’annuncio, simile di Twitter, che ha sospeso 284 account “coinvolti in manipolazione coordinata”. “Sulla base delle nostre analisi – ha spiegato la societa’ – sembra che molti di questi account fossero originati dall’Iran”. Da parte sua, Microsoft ha chiuso nei giorni scorsi sei siti creati da un gruppo ritenuto legato all’intelligence russa. Nel mese di luglio, Facebook e Instagram avevano fatto pulizia rimuovendo altre 32 pagine, sempre legate alla Russia.

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