La domanda su che cosa significhi essere cittadini oggi va al di là della semplice dimensione della Biennale di architettura, ma proprio da questo bisogno politico primario hanno scelto di partire i curatori del padiglione degli Stati Uniti d’America per invitare architetti e progettisti a dare forma a varie “Dimensions of Citizenship”.
Il percorso, in uno degli edifici storici dei Giardini veneziani, si muove attraverso sette scale dimensionali: Cittadino, Civitas, Regione, Nazione, Globo, Rete e Cosmo e partendo da oggetti e situazioni molto vicine alla vita di tutti i giorni si conclude suggestivamente con un ragionamento sull’universo intorno a noi. In tempi di crescenti paure e tendenza a richiudersi già questo approdo sembra ridare un respiro più umano (pur parlando del Cosmo infinito) al nostro stare sotto il cielo stellato così caro al filosofo tedesco Immanuel Kant.
Un universo che è anche quello estremamente complesso delle confessioni e religioni che convergono intorno ai Luoghi Sacri di Gerusalemme, che vivono di un fragile equilibrio geopolitico di cui si occupa il padiglione di Israele – come la Svizzera molto spesso una palestra assai stimolante di riflessione – con il progetto “In Statu Quo”, tutto centrato sulle mediazioni, spesso faticose e complesse, che hanno permesso, pur in situazioni di aperto conflitto, di evitare catastrofi.
Mediazioni che passano anche attraverso il lavoro degli architetti, chiamati a gettare dei ponti tra le diverse identità attraverso circostanze spaziali e possibilità programmatiche. Ai confini dei Giardini, quasi a dominare una fetta selvaggia di Laguna, si trova poi il padiglione della Grecia, che per questa Biennale ha voluto indagare il tema del FREESPACE ricorrendo a una magnifica immagine culturale, quella de “La Scuola di Atene”, che dà il titolo alla partecipazione nazionale ellenica.
Un progetto di architetture dentro un’architettura, di luoghi del sapere dentro un luogo di sapere che l’immaginario collettivo poi assocerà per sempre al grande affresco di Raffaello nelle Stanze Vaticane, a sua volta immagine filosofica rinascimentale del primo grande Nascimento della cultura occidentale, risolto, semplificando molto, nell’osmosi storica tra le Idee di Platone e la Sostanza di Aristotele. Qui, nella Venezia del 2018 d.C., la riflessione greca si concentra sugli edifici universitari, su storici progetti e su visioni che hanno potuto o potranno dare una forma, intellettuale e concreta, all’idea di spazio libero anche all’interno dell’Accademia.