Finisce odissea migranti, sbarcano gli ultimi 137. Albania, Irlanda e la Chiesa pronte ad accoglierli

26 agosto 2018

Termina l’odissea dei migranti della Diciotti. E’ iniziato poco prima della mezzanotte e un quarto lo sbarco dei 137 migranti scesi uno dopo l’altro dalla nave della Guardia costiera, ormeggiata al porto di Catania per 5 giorni. Ma sul pattugliatore sono rimasti complessivamente ben dieci giorni. Dopo le rapide procedure di fotosegnalamento e prima identificazione, sono stati fatti fatti salire a bordo di tre pullman diretti a Messina. Nel pomeriggio avevano lasciato l’unita’ militare in 12 per ragioni sanitarie. Secondo i medici, ci sono casi di scabbia e di Tbc.

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Tutto ciò si è svolto proprio mentre in procura a Roma il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, titolare dell’inchiesta sulla vicenda, ha ascoltato per tre ore come “persone informate sui fatti” alcuni funzionari del ministero, dal Viminale hanno ribadito che “non cambia la linea della fermezza”. “Sono tranquillissimo – ha assicurato poco dopo il ministro Salvini – e sto lavorando, con buone prospettive, a una soluzione positiva. Ogni denuncia e’ per me una medaglia al valore”. Intanto per 12 i medici hanno stabilito lo sbarco per motivi sanitari: ci sono casi di scabbia e di Tbc. Le donne sono state violentate in Libia.

Per altri 20 migranti si prospetta la soluzione albanese: il governo di Tirana di e’ detto disponibile ad accoglierli, sottolineando che “gli eritrei in passato eravamo noi, e’ giusto aiutare”. E così l’Albania continua a spianarsi la strada per entrare in Europa. Un altro gruppo verrà accolto dalla Chiesa e 20-25 migranti dall’Irlanda. Per questi ultimi, è stato lo stesso ministro degli Esteri di Dublino, Simon Coveney ad annunciarlo: “Posso confermare che io e Charlie Flanagan (ministro della Giustizia, ndr) abbiamo concordato che l’Irlanda accettera’ 20-25 migranti dalla Diciotti, soggetti alle consuete condizioni e controllo. La solidarietà europea e’ importante e questa e’ la cosa giusta da fare. I lavori proseguono con i partner Ue per soluzioni piu’ sostenibili”, ha concluso Coveney.

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Le operazioni si sono svolte con molta serenita’ e sollievo sulla banchina, sia tra i migranti, sia tra le forze dell’ordine e il personale di assistenza. E sotto gli occhi della Guardia costiera (43 i militari che hanno condiviso a bordo la sorte dei profughi) che ha gestito la complessa vicenda con grandi professionalita’ e umanita’, come riconosciuto da tutti, e che ultimamente aveva sollecitato i ministeri e le procure perche’ si arrivasse a questo risultato, in considerazione della criticita’ della situazione. Nutrita sul molo la presenza della Croce rossa italiana.
Del resto, sostanzialmente tranquillo, pur tra i timori e l’insofferenza crescente, era stato il comportamento dei migranti che hanno manifestato la loro insofferenza solo con lo sciopero della fame. Preghiere e canti avevano accompagnato lo sbarco dei giorni precedenti dei 27 minori. A luna gia’ alta alcune decine di catanesi sono riusciti a raggiungere il molo e li hanno salutati, facendogli gli auguri per la loro nuova vita.

LA POLEMICA POLITICA

Sempre rovente la temperatura delle polemica politica. “Un governo all’altezza delle sue responsabilita’ non minaccia, gestisce. Non viola le leggi, le fa rispettare. Cosi’ si distrugge la sovranita’ italiana”, twitta il segretario del Partito democratico Maurizio Martina. “Ci sono 150 eritrei e 42 italiani presi in ostaggio dai post Facebook di qualche ministro – rincara la dose Matteo Renzi – Ma i diritti umani valgono piu’ dei ‘mi piace’ sui social. Noi siamo l’Italia, non uno stato canaglia: restiamo umani e #FateliScendere”. “La solidarieta’ europea non si invoca a nave in porto o minacciando, ma si costruisce ai tavoli internazionali, con fermezza ed equilibrio – sottolinea Giorgio Silli, responsabile immigrazione di Forza Italia – tutto il resto e’ propaganda che non porta alcun risultato concreto. Linea dura si’, ma sempre in un contesto di legalita’”.

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Anche la Chiesa fa sentire la sua voce: “Ci sono donne e uomini sofferenti su quella nave – ricorda il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente Caritas – A volte mi viene da pensare che se fossero degli animali li avremmo trattati meglio”. Mentre monsignor Antonio Stagliano’, vescovo di Noto e delegato della Conferenza episcopale siciliana per le migrazioni, propone di “passare dalla riflessione ai fatti”, “magari salendo sulla ‘Diciotti” per “fare lo sciopero della fame” con i migranti, o “con qualche altra iniziativa di solidarieta’ che manifesti il volto popolare di una Chiesa impegnata fattivamente su questo problema”.

LA PROTESTA

Nel pomeriggio intanto si e’ tenuta una nuova manifestazione: Rete antirazzista, Legambiente, Pax Christi, Cobas, Arci, Anpi, No Muos e centri sociali si ritroveranno sotto lo slogan “Facciamoli scendere”. A chiedere alle autorita’ italiane “lo sbarco immediato” e’ anche l’Unhcr, che nel contempo sollecita anche l’Unione europea a “offrire urgentemente posti di ricollocamento”: per l’alto commissario delle nazioni unite per i rifugiati, Filippo Grandi, “e’giunto il momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i Paesi competere in una corsa al ribasso su chi puo’ assumersi la responsabilita’ minore per le persone soccorse in mare. E’ pericoloso e immorale mettere a rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo, mentre gli Stati sono impegnati in un braccio di ferro politico per soluzioni a lungo termine”.

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Non sono mancati scontri tra manifestanti e polizia al porto di Catania durante la manifestazione antirazzista organizzata sul molo. Alcuni manifestanti si sono lanciati in mare cercando di raggiungere a nuoto la nave Diciotti, ormeggiata con ancora i migranti a bordo, ma sono stati prontamente e fermati delle motovedette. Il cordone di poliziotti in tenuta antisommossa ha arginato l’avanzare di alcune decine di manifestanti che urlavano “assassini assassini”, Arrivando allo scontro. Un gruppo di militanti ha caricato le forze dell’ordine in assetto antisommossa, per provare a sfondare il cordone di sicurezza. Un agente e’ rimasto ferito ed e’ stato soccorso; il personale sanitario e’ intervenuto anche per un manifestante che avrebbe avuto un malore. Insomma, la tensione, dopo giorni di presidi, e’ stata alta.

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