Addio al cambio tra ora solare e legale?. La Commissione europea, infatti, proporrà di abolire il cambio tra l’ora legale e l’ora solare in tutta l’Unione europea. Non è la prima volta che se ne parla, ma stavolta lo ha annunciato espressamente il presidente Jean-Claude Juncker, in un’intervista al canale televisivo tedesco Zdf. “Lo decideremo oggi”, ha aggiunto Juncker, specificando che la proposta della Commissione consiste nell’adottare l’ora legale per tutto l’anno, abbandonando il passaggio all’ora solare durante l’inverno. Una misura che dovrà comunque essere approvato dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo. In una consultazione pubblica lanciata in estate dall’esecutivo comunitario, l’80% dei rispondenti si e’ espresso a favore di questa ipotesi. “Milioni di persone hanno risposto e credono che dovrebbe essere così – ha spiegato Juncker -. La gente vuole questo e lo faremo”.
A precisare meglio la proposta, illustrando la sostanza, il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, sottolineando che “cio’ che cambiera’ e’ l’obbligo per gli Stati membri di cambiare due volte l’anno”. Nella scelta tra ora legale e solare “gli Stati membri saranno in grado di prendere questa decisione da soli”, ma “l’approccio sara’ comune” sul fatto che non ci sarebbero piu’ cambiamenti, ha spiegato il portavoce. In sostanza, se la proposta della Commissione sara’ adottata dai governi e Europarlamento, ci sarebbe uno stop definitivo al doppio cambio dell’ora, mentre ciascuno Stato membro dovrebbe decidere in modo definitivo se optare per l’ora legale o per quella solare. “E’ una decisione che viene presa una volta per tutte”, ha spiegato una fonte della Commissione.
Dunque, la Commissione dovra’ prima convincere i governi dei 28 e l’Europarlamento, con una decisione adottata a maggioranza. L’ora legale e’ la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo. Dal 2000 una direttiva comunitaria – quindi vincolante – obbliga gli Stati a introdurla fra il 25 e il 31 marzo di ogni anno e a rimuoverla fra il 25 e il 31 ottobre, per armonizzarne l’utilizzo in tutta la Ue. La richiesta di rinunciare all’ora solare e’ sostenuta da una parte importante dell’opinione pubblica dei Paesi nordici, che denunciano i danni per la salute del cambio di ora.
Tra i governi dell’Ue, Finlandia, Svezia e alcuni Stati membri dell’Est si sono espressi per l’abolizione, ma non e’ stata registrata una maggioranza a favore. A febbraio, l’Europarlamento aveva bocciato l’ipotesi di abolire il cambio semestrale dell’ora. Nell’Ue le disposizioni relative all’ora legale sono in vigore dal 1980 con l’obiettivo di unificare i diversi regimi nazionali allora esistenti in materia, assicurando un approccio armonizzato all’interno del mercato unico. L’attuale normativa e’ disciplinata dalla direttiva 2000/84/CE, che stabilisce l’obbligo degli Stati membri di passare all’ora legale l’ultima domenica di marzo e di tornare all’ora solare l’ultima domenica di ottobre. Per modificare le direttive Ue sul mercato interno, il Consiglio decide a maggioranza qualificata (55% degli Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione) e serve il via libera anche dell’Europarlamento.
Nel novembre del 2017, la Finlandia aveva gia’ chiesto al Consiglio dell’Unione Europea (l’istituzione che rappresenta i governi, ndr) di discutere una modifica della normativa in vigore per abolire il passaggio dall’ora legale all’ora solare, incontrando l’opposizione di tutti gli altri Stati membri che si erano espressi per lo status quo. Nel febbraio del 2018, l’Europarlamento ha rigettato una proposta in questo senso, sottolineando che numerosi studi scientifici “non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive” sui danni del cambio di ora. La stessa Commissione di Jean-Claude Juncker, per bocca della commissaria ai Trasporti Violeta Bulc, in passato si era espressa contro l’ipotesi di modificare le regole in vigore, in particolare per l’impatto negativo sul mercato interno.