Un patto segreto tra Google e Mastercard per tracciare le vendite al dettaglio dei clienti. Secondo Bloomberg il colosso del web e quello delle carte di credito avrebbero concluso un accordo segreto che avrebbe permesso alla societa’ di Mountain View e ai suoi inserzionisti di tracciare le vendite al dettaglio di oltre due miliardi di consumatori negli Stati Uniti. Un monitoraggio ‘dietro le quinte’ di cui i consumatori non erano a conoscenza. A parlare con Bloomblerg sono state quattro persone direttamente coinvolte nell’accordo, secondo le quali Google avrebbe sborsato milioni di dollari per avere i dati da Mastercard.
L’accordo tra Mastercard e Google si sarebbe chiuso dopo quattro anni di negoziazioni. E sarebbe a disposizione di un ristretto gruppo di clienti. Come funziona? Google legherebbe i movimenti online dei propri utenti (con particolare riguardo alle inserzioni sulle quali hanno cliccato) con i loro acquisti nei punti vendita (rilevati tramite le carte di credito). Il tracciamento, quindi, inizierebbe sul web e proseguirebbe anche senza una connessione. E senza che i clienti ne sappiano nulla. Big G ha infatti lanciato lo strumento di analisi, chiamato “Store Sales Measurement”, nel maggio 2017.
Ma non avrebbe rivelato l’intesa con Mastercard. Google, spiegano le fonti di Bloomberg, avrebbe pagato “milioni”. E si sarebbe discusso anche di una possibile divisione dei proventi pubblicitari (che pero’ non sarebbe andata in porto). I vantaggi per Mountain View sono diversi: ci sarebbe una maggiore capacita’ di capire il comportamento degli utenti anche offline (un vantaggio soprattutto nei confronti di Amazon, sempre piu’ motore di ricerca) e di riorientare gli annunci pubblicitari, rendendoli piu’ efficaci. I portavoce di Google e Mastercard non hanno commentato il presunto accordo, ma hanno comunque offerto alcuni dettagli su questo legame tra Internet e punti vendita.
Mountain View ha fatto sapere che l’elaborazione dei dati si basa su una crittografia che non consente di vedere alcun dato personale. Ne’ a Google ne’ ai partner: “Non abbiamo accesso a nessuna informazione personale dalle carte di credito e di debito”. Si tratterebbe quindi di dati anonimi e aggregati. Secondo Bloomberg, Big G saprebbe quindi che un utente ha cliccato sull’inserzione di un paio di scarpe e le ha poi comprate in negozio. Ma non saprebbe chi lo ha fatto. Mountain View ha pero’ specificato che la corrispondenza tra attivita’ online e alla cassa e’ basata su “stime” che non consentirebbero di sapere esattamente cosa l’utente ha acquistato.
In ogni caso, prosegue Google, se un utente non vuole essere “seguito”, puo’ bloccare il tracciamento nella sezione “Attivita’ Web e App”. Il servizio e’ infatti capace di leggere i movimenti degli utenti solo quando sono “loggati” nel proprio account. Mastercard ha confermato la stessa versione: condivide alcuni dati con i partner per misurare “l’efficacia delle loro campagne pubblicitari”. Ma si tratta di tendenze. Cioe’ di informazioni come volumi di vendita e taglia media dell’acquisto.
Mentre “non vengono forniti dati personali e transazione individuali”. Secondo la descrizione che la stessa Google fa dello “Store Sales Measurement”, la compagnia avrebbe accesso “approssimativamente al 70%” dei possessori di carte di credito o debito statunitensi. Una percentuale che Mastercard non puo’ coprire da sola. E’ quindi possibile, afferma Bloomberg, che ci siano accordi simili con altri circuiti di pagamento. Due fonti hanno infatti riferito di trattative con altri potenziali partner. Anche se non e’ chiaro se le negoziazioni si siano concluse con successo.