Salta governo Lofven, ora a caccia di nuova maggioranza

Salta governo Lofven, ora a caccia di nuova maggioranza
Stefan Lofven
25 settembre 2018

Le elezioni del 9 settembre hanno avuto come conseguenza l’apertura di una complessa crisi di governo. Una convergenza nel Riksdig, il parlamento monocamerale del paese scandinavo, tra i voti dei conservatori di centrodestra e quelli dell’estrema destra hanno prodotto oggi la caduta del primo ministro Stefan Lofven e l’apertura di una procedura per il rinnovo del governo dagli esiti per nulla scontati.

L’inizio della crisi era stata ampiamente previsto, dopo che il Partito socialdemocratico, pur rimanendo prima forza del paese, ha ottenuto il suo risultato peggiore da decenni alle urne. L’opposizione conservatrice, dal canto suo, ha alzato la testa, e il suo leader Ulf Kistersson continua a insistere, come fa dalla notte elettorale, che intende formare un governo. Un totale di 204 parlamentari su 349 ha votato contro la fiducia a Lofven e al suo governo di centrosinistra sostenuto da una coalizione socialdemocratici-verdi, col sostegno esterno della sinistra postcomunista. Prima del voto, Kristersson ha detto al parlamento che “la Svezia ha bisogno di un nuovo governo che abbia un ampio sostegno politico e faccia le riforme”.

La palla ora passa al presidente del parlamento, il conservatore Andreas Norlen, che inizierà domani i colloqui con i leader degli otto partiti rappresentati nell’assemblea legislativa per determinare chi sarà il prossimo premier. Norlen è un esponente del Partito moderato, lo stesso partito conservatore di Kistersson, e si pensa che la sua scelta cadrà sul leader del suo stesso partito. Tuttavia questo passaggio non necessariamente porterà al coagularsi di una nuova maggioranza. Una collaborazione con i Democratici svedesi, il partito di estrema destra, darebbe all’Alleanza conservatrice la maggioranza necessaria, ma si tratta di un’opzione impensabile per i due partiti che fanno parte di questo raggruppamento.

La partita insomma rischia d’ingarbugliarsi e la crisi di durare diverse settimane. Lofven resta a capo del governo per le questioni correnti. E dopo il voto si è riproposto come premier. Comunque ha ammonito il centrodestra contro una possibile alleanza con l’estrema destra. “Se l’Alleanza sceglie di governare come blocco politico sarà completamente dipendente dai Democratici svedesi”, ha affermato. “I Democratici svedesi sono stati formati da membri neonazisti del movimento suprematista bianco svedese. Si è ripetutamente scoperto che hanno legami con i organizzaizioni razziste e neonaziste”. Per questo, ha detto ancora, “tutti gli occhi sono puntati sulla grande promessa elettorale dell’Alleanza che non avrebbe mai governato con il sostegno dei Democratici svedesi”.

Il partito di estrema destra, dal canto suo, ha detto oggi per bocca del suo leader Jimmie Akesson di essere pronto a “negoziare, cooperare e parlare con tutti i partiti”. Ma ha chiarito che respingerà “ogni tentativo di formare un governo che non ci dia alcuna influenza”. A peggiorare la situazione c’è stato il rifiuto di Lofven di aprire un tavolo con l’Alleanza di centrodestra. Lofven ha chiarito che i socialdemocratici sono il partito più grande del paese e “non saranno mai un partito di supporto”. Il leader di centrosinistra ha ricordato che “i socialdemocratici hanno vinto la maggior parte dei seggi” in parlamento. “Il voto di oggi – ha detto ancora – non cambia nessuno dei termini di mandato decisi dagli elettori”. askanews

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