Scioglimento dei ghiacciai nell’Artico apre passaggio a navi

Scioglimento dei ghiacciai nell’Artico apre passaggio a navi
6 ottobre 2018

Per una volta il riscaldamento globale, responsabile dello scioglimento dei ghiacciai, e’ una buona notizia. Nell’Artico consente l’apertura del famoso passaggio Nord-Est, via marittima lungo le coste settentrionali della Siberia, per un periodo di almeno quattro mesi l’anno – tra luglio ed ottobre – nuova rotta destinata a rivoluzionare il trasporto mondiale delle merci. Cosi’, nel giro di pochi giorni, quel tratto di Artico, solitamente percorribile poche settimane l’anno e da imbarcazioni di piccole dimensioni, e’ stato attraversato dal supercargo ‘Venta’, del colosso danese Maersk Line, e da ‘Rhone’, Bastimento di sostegno e assistenza d’altura (Bsah) della Marina militare francese. Il supercargo della Maersk, 200 metri di larghezza, 36 mila contenitori a bordo, e’ stato la prima imbarcazione di grandi dimensioni a portare a termine l’impresa con successo.

Salpato da Vladivostok lo scorso 23 agosto, ha effettuato la rotta artica in cinque settimane con scalo a Busa’n (Corea del Sud), per poi raggiungere lo Stretto di Bering prima di dirigersi a Bremerhaven, in Germania, ed arrivare infine a San Pietroburgo il 27 settembre, dove non e’ pero’ riuscito ad attraccare a causa di forti venti. Trasportando carichi di pesce congelato russo e componenti elettroniche coreane, il ‘Venta’ e’ stato accompagnato da un rompighiaccio nucleare. Per la Maersk, la prima traversata e’ stata un “test unico per studiare la viabilita’ del trasporto marittimo di contenitori lunga la rotta marittima del Nord e raccogliere dati scientifici” ha dichiarato la portavoce del colosso danese, Maersk Janina Von Spading, precisando che per ora “non rappresenta un’alternativa commerciale alla rotta gia’ esistente, poiche’ percorribile solo pochi mesi l’anno”.

I 31 membri dell’equipaggio della nave della Marina militare francese hanno invece portato a termine il periplo senza l’aiuto di un rompighiaccio russo, come avviene di solito. Il ‘Rhone’ e’ salpato dal porto di Troms (Norvegia del nord) il 1 settembre, percorrendo i mari dell’Artico russo prima di varcare lo stretto di Bering e raggiungere il porto di Ducth Harbor, nelle isole Aleutine, al largo dell’Alaska, il 2 ottobre. Il nuovo percorso apre una prospettiva allettante sia per il commercio Asia-Europa, come possibile alternativa “a Nord” al canale di Suez – con un tragitto piu’ breve di 10-15 giorni – che per la ricerca e lo sfruttamento di risorse minerarie e idrocarburi di cui l’Artico e’ ricco.

Il mese scorso il presidente Vladimir Putin aveva lanciato un appello a tutti i soci potenzialmente interessati a sviluppare questa rotta promettente. Nei piani di sviluppo 2019-2021 Mosca intende investire piu’ di 506 milioni di euro per sviluppare e attrezzare il passaggio Nord-Est con infrastrutture portuali e rompighiaccio nucleari. Nel giro di pochi decenni la calotta di ghiaccio dell’Artico ha perso il 50% della sua superficie, mentre la scorsa estate il fenomeno si e’ accelerato con l’eccezionale rialzo delle temperature, con picchi di 30 gradi in alcuni punti del Circolo Polare.

In prospettiva gli ambientalisti prevedono che la rotta possa essere praticabile tutto l’anno, “una benedizione per paesi come Russia e Canada” secondo gli esperti. Diverse migliaia di chilometri in meno rispetto alla rotta del Canale di Suez e un percorso piu’ sicuro in termini di pirateria marittima, che pero’ avra’ un costo superiore. La Cina, dal canto suo sta gia’ guardando oltre, preparandosi alla rivoluzione della navigazione marittima attraverso la ‘Via transpolare’, che dallo Stretto di Bering punta direttamente sull’Islanda, seguendo una rotta rettilinea che passa per il Polo nord, molto piu’ breve rispetto al passaggio da Suez e alla rotta siberiana del passaggio Nord-Est. “E’ importante sapere quale tipo di carburante verra’ utilizzato. Potrebbe essere molto pericoloso per l’ecosistema poiche’ in caso di incidente non ci sono ancora infrastrutture adeguate e con il freddo il petrolio e’ piu’ persistente nel tempo”, ha avvertito Rashid Alimov, esponente di ‘Greenpeace’, temendo uno stravolgimento per l’ambiente e le condizioni di vita sulla terra.

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