Matteo Salvini, ormai “sottomesso al M5s”, sta deludendo gli imprenditori, in particolare del Nord, perché “sta facendo il contrario di quanto promesso”. E dunque inevitabilmente “tutto salterà per aria e si dovrà andare a nuove elezioni” alle quali “il centrodestra avrà la maggioranza assoluta”. È questo l’auspicio di Silvio Berlusconi, che al tempo stesso paventa il rischio cui si andrà incontro nel caso in cui l’alleato della Lega dovesse fare valutazioni diverse, magari “pensando di presentarsi alle elezioni insieme ai Cinque Stelle”.
Ovvero una “deriva autoritaria”, uno “Stato etico”, i cittadini “trasformati in sudditi”. Perché come altre volte nella storia, “le peggiori dittature non sono nate attraverso colpi di Stato, ma attraverso il voto di cittadini e popoli incoscienti: è stato così per Hitler e tanti altri”. Al convegno di Milano, più che rilanciare il centrodestra, Berlusconi mette dunque l’alleato leghista davanti a un bivio netto: da un lato il rischio dittatura, dall’altro la possibilità di tornare al governo con un centrodestra compatto, se Salvini decidesse di far saltare il banco. L’obiettivo principale sono sempre i Cinque Stelle, ma i toni verso la Lega iniziano ad alzarsi: gli imprenditori del Nord che “presto si accorgeranno come questa manovra di bilancio sia nemica delle aziende e dell’Italia”; la flat tax di cui “non c’è neanche il sentore”; le sanzioni alla Russia “non tolte ma anzi confermate”.
E una politica economica tutta targata Cinque Stelle, con l’avallo al reddito di cittadinanza che “è una bufala, una presa in giro degli italiani” visto che potrà riguardare “al massimo un milione di persone”. Ma al tempo stesso Berlusconi continua a difendere la parvenza di unità del centrodestra, assicurando che “alle Regionali ci presenteremo uniti”, che alle Europee, seppure ognuno per suo conto “come sempre”, si andrà “con un programma comune, fortemente europeista, per cambiare la Ue”.
Ma lui stesso evoca il rischio che Salvini possa fare scelte diverse, premettendo che “io non ci credo”, esplicita in pubblico quello che “alcuni di noi pensano”, ovvero che il leader leghista voglia “presentarsi alle elezioni con i Cinque Stelle”. E allora, se Salvini non avrà la forza di cambiare la manovra, la speranza è che “la Ue abbia indulgenza, che ci diano suggerimenti per la legge di bilancio prima di rigettarcela”. Altrimenti, e anche questo suona come un avvertimento a Salvini, “le agenzie di rating abbasserebbero di due gradini il nostro rating, portandoci a livello spazzatura”. Con effetti, ovviamente, “molto, molto negativi”.