La Svp e’ in netto calo alle elezioni provinciali in Alto Adige. Dopo il 21% di sezioni scrutinate il partito del governatore Arno Kompatscher scende al 35,2%, partendo dal 45,7% del 2013. La Lega vola invece al 17% e conquista consensi anche tra l’elettorato tedesco e torna cosi’ in consiglio provinciale. Bene anche la lista dell’ex grillino Paul Koellensperger (13,1%).
Dopo il 21% di sezioni scrutinate i Verdi sono in quarta posizione, scendono dall’ 8,7% nel 2013 al 6,9%. Il Pd viene dato al 6% (6,7% cinque anni fa). In forte calo anche l’opposizione di lingua tedesca: i Freiheitlichen sono al 5,2% (17,9% nel 2013) e la Suedtiroler Freiheit e’ al 3,9% (7,2%). Il Movimento 5 stelle e’ fermo al 3,5% (2,5%).
Immediata la soddisfazione di Matteo Salvini. “Dati incredibili dalla Provincia autonoma di Bolzano! Nel 2013 la Lega, insieme a Forza Italia, prendeva il 2,5%. Oggi a un terzo dello spoglio siamo (da soli!) sopra il 17% – dice il vice premier -. I voti veri, i cittadini veri, gli Italiani, non ascoltano professoroni, giornaloni, criticoni e burocrati europei, ma chiedono alla Lega di andare avanti con ancora piu’ forza. Per me sara’ un onore proseguire, con coraggio e determinazione, sulla strada del cambiamento”.
Affluenza e candidati
Affluenza alle urne in aumento (+1,23%) in Trentino e in calo (-3,8%) in Alto Adige nelle elezioni provinciali di oggi, rispetto alla precedente tornata del 2013. I votanti sono stati il 73,9% in Alto Adige, cioe’ 282.920 su 417.968 aventi diritto, con le urne chiuse alle 21, mentre nel 2013 si era votato fino alle 22. In Trentino i votanti sono stati il 64,05%, ovvero 275.017 su 429.378 aventi diritto al voto, e anche questa volta si e’ votato fino alle 22, come nelle provinciali del 2013. Il calo dell’affluenza in Alto Adige, accanto alla leggera ascesa in Trentino, ha portato ad avvicinare le percentuali per le due province, che nel 2013 avevano un distacco di quasi 15 punti: il Trentino si era fermato sotto il 63%, un numero che aveva fatto parlare di disaffezione verso la politica, e l’Alto Adige aveva superato il 77%.
Percentuali quindi inferiori rispetto alla storia delle due province, ma che restano comunque, anche nei numeri di oggi, elevate per la media italiana. I giochi a tarda sera dunque sono fatti, ma il responso delle urne per la provincia di Trento, il piu’ atteso per verificare se ci sara’ una svolta rispetto alle passate amministrazioni, non arrivera’ che domani, a partire dalla tarda mattina. Lo scrutinio a Trento iniziera’ infatti alle 7 e fornira’ sia il nome del governatore, che viene eletto direttamente ormai dal 2003, che quello dei 35 consiglieri provinciali, in cui il governatore e’ incluso. In Alto Adige invece lo spoglio delle schede e’ iniziato appena chiuse le urne e fornira’ i nomi dei 35 consiglieri, tra i quali verra’ eletto poi il presidente. La lettura delle percentuali di voti alle liste e le preferenze possono fornire comunque gia’ un’indicazione per comprendere anche il nome del governatore che potra’ ottenere il favore dell’Aula. I consiglieri della Provincia autonoma di Trento e di quella di Bolzano, andranno inoltre a comporre insieme il Consiglio regionale.
In Trentino si sono affrontati per l’elezione diretta 11 candidati governatore per un totale di 22 liste. Sono il presidente uscente, Ugo Rossi (Patt), Maurizio Fugatti (Lega, Pt, Agire, Civica, Fassa, Ap, Fi, Udc, Fdi), Giorgio Tonini (Upt, Futura 2018, Pd), Filippo Degasperi (M5s), Antonella Valer (L’altro Trentino, Leu), Paolo Primon (Popoli liberi), Filippo Castaldini (Casapound), Federico Monegaglia (Riconquistare l’Italia), Roberto De Laurentis (Tre), Ferruccio Chenetti (Moviment Ladin de Fascia), Mauro Ottobre (Ad). I voti di lista andranno a eleggere i restanti 34 consiglieri. In Alto Adige i 35 consiglieri, tra cui verra’ scelto il governatore vengono eletti tra i candidati di 14 liste: Team Koellensperger, Sued-Tiroler Freiheit, Die Freiheitlichen, Buergerunion Fuer Suedtirol, Forza Italia, Svp, Noi per l’Alto Adige, Verdi, Vereinte Linke Sinistra Unita, L’Alto Adige nel cuore Fdi uniti, Lega Nord, Pd, Casapound, M5s.