L’Europa è sempre più vittima di sé stessa. E, soprattutto, di quelle regole, da tempo rugginite, di cui, la stessa Ue, un giorno ne decanta il rispetto, un altro è la prima a trasgredirle. Un copione che va avanti da anni ma che pare sia arrivato alla parola fine. Soprattutto in tema di migranti, dove oramai siamo alle comiche. Scene, in modo particolare quelle che si vedono in questi giorni ai confini tra Francia e Italia, che rievocano l’esilarante film “La legge è legge” dei grandi Totò e Fernandel.
Ogni Stato membro s’appella al trattato di Dublino, al trattato di Schengen, al fine di sbarrare le proprie porte ai migranti. E così in primo piano c’è la Francia di Macron che predica bene e razzola male. Qualche cifra, per meglio capire. Negli ultimi due anni, il totale dei respinti dalla Francia verso l’Italia sono stati oltre 54 mila. E sempre in nome dei Trattati, che tradotti per i profani, vogliono dire che spetta ai Paesi di primo approdo risolvere l’annosa questione dei migranti. Va da sé, stando così le cose, che guardando le coste africane, l’unico Paese di primo approdo è l’Italia che, a questo punto, dovrebbe tenere per sempre aperte le porte 24 ore su 24. Questa è l’Europa degli egoismi, non certo dei popoli. Per questo l’Europa deve cambiare, abbandonando un approccio squilibrato e talvolta quasi ricattatorio verso alcuni Paesi, per diventare davvero l’Europa dei popoli e non Europa dei tecnocrati tedeschi e francesi.
A far saltare il “sistema”, la linea dura del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Risultato: ad agosto sono stati in tutto 12.500 i migranti arrivati nell’Ue, un numero in linea con lo stesso periodo del 2017. Ma se l’Italia, ad agosto, ha registrato un calo del 62% rispetto ad agosto 2017, con 1500 migranti arrivati sulla rotta del Mediterraneo centrale; la Spagna, invece, sempre solo in agosto, ha registrato un’impennata di arrivi che ha sfiorato le 6500 persone, un numero più che raddoppiato, rispetto ad un anno fa. Cifre certificate da Frontex e che dimostrano il cambio di rotta – ed è il caso di dirlo – degli scafisti. E’ una striscia di mare sempre più battuta, con un traffico di uomini che cresce, quella tra il Nord Africa e la Spagna. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la Spagna è attualmente in cima alla lista degli arrivi. Per la prima volta nel corso degli ultimi anni, la rotta del Mediterraneo occidentale è divenuta la tratta più attiva dell’intera area, superando persino quella del Mediterraneo centrale che collega l’Italia alla Libia.
Allora, qualcosa sarà successo. E non è stato certo un risultato frutto dei tanti vertici europei sull’immigrazione che, oramai, assomigliano a vecchi copioni già letti e riletti e che vedono un’Italia sempre più isolata. In queste ore, intanto, alza la voce l’Austria, presidente di turno dell’Unione Europea. Risultato: la Commissione europea conferma di aver ricevuto una notifica dall’Austria, “che intende continuare a mantenere i controlli temporanei alle frontiere interne con Slovenia e Ungheria, fino a maggio 2019, quindi per altri sei mesi”. Un pratico deterrente per sbarrare le porte ai migranti. E ciò sempre in nome delle regole. La Germania, dal canto suo, nei primi sei mesi del 2018 ha presentato 10.748 domande di respingimento verso l’Italia, nella maggior parte legate al regolamento del trattato di Dublino. Di questi, sono stati rimandati in Italia 1.692 persone. Insomma, quello che arriva sempre meno da Sud potrebbe giungere da Nord. Più di 9mila, quindi, al momento sono in stand by. E nulla si muoverà, perché oramai tutto sarà rinviato al nuovo parlamento europeo. Ora è solo tempo di campagna elettorale.