Orlandi, Procura di Roma indaga per omicidio dopo ossa trovate

31 ottobre 2018

Omicidio. Per questa ipotesi di reato la Procura di Roma procede in relazione al ritrovamento di alcune ossa in un edificio di proprietà del Vaticano. A piazzale Clodio l’autorità giudiziaria ha disposto accertamenti per cercare di individuare a chi appartengano i resti. Chi indaga allo stato vuole accertare in via preliminare se possano essere compatibili o meno con quelle di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori, le due sedicenni scomparse nell’83. 

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“Durante alcuni lavori di ristrutturazione di un locale annesso alla Nunziatura Apostolica in Italia, sita in Roma, in Via Po 27, sono stati rinvenuti alcuni frammenti ossei umani – si legge in una nota diffusa dal Vaticano -. Il Corpo della Gendarmeria è prontamente intervenuto sul posto, informando i Superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le Autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione nella vicenda. Allo stato attuale il Procuratore Capo di Roma, Dott. Giuseppe Pignatone, ha delegato la Polizia Scientifica e la Squadra Mobile della Questura di Roma al fine di stabilirne l’età, il sesso e la datazione della morte”. Saranno ora le indagini scientifiche a far luce sulla vicenda. Le ossa sono state trovate lunedì pomeriggio nel seminterrato di alcuni locali della Nunziatura Apostolica di via Po a Roma.

Non e’ la prima volta che ci si imbatte in ritrovamenti di questo tipo, ma agli investigatori il luogo e le circostanze fanno immediatamente venire in mente un nome. Anzi due. Quello di Emanuela Orlandi e quello di Mirella Gregori. Anche lei quindicenne, scomparsa da Roma il 7 maggio di quello stesso 1983, un mese e mezzo prima di Emanuela. Il procuratore di Roma Pignatone ha delegato la polizia scientifica e la squadra mobile della questura di Roma di svolgere tutti gli accertamenti necessari – in particolare quelli del Dna, ma anche comparazioni riguardanti in modo specifico il cranio e i denti – per stabilire “eta’, sesso e data della morte”.

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Emanuela e Mirella oggi avrebbero 50 anni. I due casi vennero associati da Ali Agca, ma gli inquirenti a un legame tra le due vicende non hanno mai creduto: le due ragazze non si conoscevano, non avevano frequentazioni in comune. Mirella scomparve dopo aver detto alla madre che “aveva un appuntamento” presso il monumento al bersagliere di Porta Pia con un vecchio compagno di classe, che peraltro quel pomeriggio era impegnato altrove. Da quel momento la famiglia non ha piu’ avuto notizie della ragazza. Emanuela, invece, si trovava a Corso Rinascimento, a Roma, la sera della scomparsa: era con due amiche, ma a differenza loro non prese l’autobus: troppo pieno. Da allora se ne sono perse le tracce. Il presunto rapimento delle due ragazze, ma soprattutto quello di Emanuela, diventa un giallo internazionale, che coinvolge in pieno la Santa Sede, lo Ior, i Servizi segreti, la banda della Magliana, Agca e i suoi Lupi grigi.

La presenza di Emanuela Orlandi viene segnalata negli anni in diverse localita’ ma le rivelazioni risultano sempre false. La prima inchiesta sulla scomparsa della ragazza viene chiusa nel 1997. Le presunte rivelazioni di Sabrina Minardi, la ‘donna’ di Renatino De Pedis, rilancia la pista della Banda della Magliana: Emanuela sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera nei sotterranei di un palazzo vicino all’Ospedale San Camillo. Ma anche in questo caso non si trova nessun riscontro. A niente porta nemmeno la pista di Sant’Apollinare, il cui rettore venne inquisito. Nel 2016 la nuova archiviazione dell’inchiesta da parte della Procura di Roma, confermata dalla Cassazione. Ma la famiglia di Emanuela insiste e presenta un nuovo esposto in Vaticano. Stasera, forse, la possibile svolta.

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 La sede della Nunziatura Apostolica

Villa Giorgina, nel quartiere Pinciano, a Roma, e’ la sede della nunziatura apostolica in Italia. Il parco circostante occupa un’area di 20.000 metri quadrati ed e’ delimitato da un muro di cinta lungo via Po, via Salaria, largo Ponchielli, via Peri e via Caccini. L’edificio non e’ aperto al pubblico. L’edificio in stile neoclassico fu costruito nel 1920 dall’architetto Clemente Busiri Vici. La costruzione mostra anche reminiscenze del XVII e XVIII secolo, con largo uso di materiale architettonico dell’antichita’. Il portale dell’ingresso proviene da Villa Doria Pamphilj e riporta l’iscrizione latina “Inter Sidereos Roma Recepta Polos”, tratta dal poema “De reditu suo” di Claudio Rutilio Namaziano del V secolo. Il parco e’ occupato da piante quali cedri, palme, pini romani, accompagnate da numerose fontane.

Dopo la firma dei Patti Lateranensi nel 1929, la prima sede della nunziatura della Santa Sede in Italia fu una villa lungo via Nomentana, oggi occupata dall’ambasciata libica. La sede attuale fu donata da Isaia Levi, industriale torinese e senatore, che si converti’ al cattolicesimo e lascio’ in eredita’ la propria residenza romana a Pio XII nel 1949, riconoscente per essersi salvato dalle persecuzioni razziali grazie all’opera del papa. Dieci anni dopo papa Giovanni XXIII sposto’ gli uffici della nunziatura nella sede attuale. La villa e’ descritta da Alberto Moravia ne “Gli indifferenti”, quando all’epoca era nota come Villa Levi, e si trovava di fronte alla residenza dello scrittore durante gli anni della sua infanzia. Tanti i nunzi che si sono succeduti nella storia della villa; tra quelli presenti all’epoca del rapimento di Emanuela Orlandi, anche l’arcivescovo Romolo Carboni.

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