E’ convinto che il dl Sicurezza possa produrre più clandestinità e maggiori business di quelli che oggi ruotano attorno ai centri di accoglienza per i migranti. Quindi, anche per questo, “non lo voterò”. Il senatore cinquestelle Paolo Mantero continua dritto per la sua strada, accrescendo la fronda interna al MoVimento, con i dissidenti sempre più insofferenti verso una linea che ritengono del tutto subalterna a quella della Lega.
Senatore, lei e altri suoi colleghi 5 stelle, non mollate su dl Sicurezza.
“Con questo disegno di legge, per come è fatto, si va a promuovere maggiormente il sistema dei centri di accoglienza. Il che comporterebbe pure un aumento dei tempi di permanenza dei migranti con conseguenti maggiori costi, e più business per gli speculatori che ruotano attorno al fenomeno. Tra l’altro, oltre ad avere gravi profili di incostituzionalità e a violare i trattati internazionali, questa bozza mette a rischio i percorsi di integrazione già avviati, generando sacche di disagio e clandestini dove non c’erano. A questo punto, penso che la Lega vuole creare una situazione di allarmismo per proporsi come soluzione. Oppure che abbia qualche interesse…”.
Quindi, non lo voterà?
“Io e altri miei colleghi abbiamo proposto un percorso di modifica che possiamo sintetizzare in due punti: rimettere il riconoscimento del diritto d’asilo umanitario e puntare su modello di accoglienza condiviso e su tutto il territorio. In tal senso, ci sono emendamenti anche di altri partiti e che non avremmo nessun problema a votare. Ma siccome sono convinto che non ci sarà nessuna modifica, non lo voterò anche con la fiducia. Se votare contro o non votare, lo deciderò a tempo debito”.
Il dl Sicurezza, tuttavia, non è l’unico punto di scontro con la Lega. Potremmo citare legge Pillon sull’affido condiviso, alcune dichiarazioni del ministro Fontana sui diritti delle famiglie arcobaleno o sull’uso della cannabis e altro…
“Sì, certo, ci sono diversi punti di non condivisione con la Lega. E proprio sulla cannabis, ad esempio, sto lavorando a un disegno di legge sulla depenalizzazione dell’uso personale, come sto anche lavorando a una bozza sull’eutanasia”.
Tra voi e l’alleato di governo è scontro pure sulla prescrizione.
“La prescrizione va riformata in modo da garantire a chi è sotto indagine a non esserlo in tempo indeterminato, ma allo stesso tempo, a non sfuggire alla giustizia. Parallelamente, però, va riformata tutta la Giustizia”.
In sostanza, quello che afferma il ministro Salvini.
“No, io dico, e sono d’accordo invece con il ministro Bonafede, iniziamo a mettere un termine alla prescrizione dal processo di primo grado, e poi riformiamo la Giustizia”.
Così non c’è rischio di processo infinito?
“Se si cambiasse soltanto la prescrizione, il rischio c’è”.