Una scrittrice cinese è stata condannata a 10 anni di carcere per aver scritto e diffuso libri contenenti esplicite descrizioni di sesso gay. Una pena che ha sollevato forti critiche sui social media cinesi, in particolare perchè ritenuta troppo severa.
Stando a quanto riportato dal tabloid Global Times, la scrittrice, nota con lo pseudonimo “Tianyi”, è finita sotto indagine dopo che uno dei suoi romanzi, “Gongzhan”, è diventato virale lo scorso anno. Nel romanzo viene raccontata la relazione sessuale tra un insegnante e un suo studente. La polizia della città di Wuhu, citata dal tabloid, ha sostenuto che Tianyi ha distribuito 7.000 libri “pornografici”, la maggior parte dei quali riguardanti l’omosessualità, traendo “profitti illegali” per 150.000 yuan (18.930 euro).
La scrittrice ha fatto appello contro la condanna, emessa lo scorso 31 ottobre nella provincia orientale di Anhui, che ha scatenato un’ondata di critiche sul social media Weibo. Molti hanno denunciato il fatto che la scrittrice abbia ricevuto una condanna pari a quella inflitta a chi commette crimini come lo stupro. Per la legge cinese, gli stupratori possono ricevere una pena dai tre ai 10 anni di carcere. “Non neghiamo il suo crimine, è solo che non accettiamo questo tipo di condanna irragionevole”, ha scritto un utente, il cui post ha ottenuto più di 5.000 like e 1.000 risposte.
Romanzi a tematica omosessuale non sono rari in Cina e sono fruibili attraverso diversi siti web, ma quanti ottengono profitti superiori ai 50.000 yuan (6.300 euro) nel produrre o diffondere materiale “osceno” sono perseguibili. Nelle ultime settimane, le autorità cinesi hanno rafforzato la repressione di “pubblicazioni illegali” online, categoria che comprende la pornografia e opere “che mettono in pericolo l’unità nazionale” o che “minano l’ordine sociale”.