Questa sera, alle 21 (le 3 di domani mattina in Italia), il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, terrà un discorso alla nazione dalla Casa Bianca, trasmesso in diretta televisiva; giovedì, sarà “in prima linea”, al confine con il Messico. Questo perché Trump vuole convincere i suoi concittadini della necessità di completare il muro al confine con il Messico, vista la “crisi umanitaria e di sicurezza” che riguarda la frontiera meridionale, per giustificare lo scontro con i democratici e la chiusura parziale del governo federale, lo shutdown, che sta lasciando circa 800.000 lavoratori senza stipendio.
Lo shutdown, entrato nel diciottesimo giorno, è un test critico per il presidente, arrivato a metà mandato. Per vincere lo scontro, deve dimostrare che questa situazione è provocata dai democratici, che si opporrebbero al muro solo per ostacolare la sua presidenza – ha recentemente affermato – visto che anche il senatore democratico Chuck Schumer, leader della minoranza, una volta ha detto che “l’immigrazione irregolare è sbagliata”. Per il presidente, “assolutamente fondamentale per la sicurezza al confine e del Paese è un muro o una barriera fisica che impedisca l’ingresso. Membri di entrambi i partiti, compresi gli allora senatori Obama e Clinton, l’attuale senatore Schumer e molti altri membri di Camera e Senato, hanno votato a favore di barriere fisiche. I muri funzionano, è per questo che le persone ricche, di successo e potenti li costruiscono intorno alle loro case. Tutti gli americani meritano la stessa protezione. In Israele, funzionano al 99 per cento”.
Trump non cede sulla richiesta di 5,7 miliardi di dollari per nuove barriere fisiche alla frontiera con il Messico, compresi 800 milioni per “affrontare le urgenti necessità umanitarie”, come l’assistenza per i minori non accompagnati che sono arrivati al confine. Il presidente ha detto di essere disposto a rinunciare a un muro di cemento in favore di una barriera in acciaio, una “buona soluzione”, ma i democratici non hanno intenzione di cedere e restano fermi sulla loro offerta di 1,3 miliardi di dollari per rafforzare la sicurezza al confine, senza fondi per nuovi muri; Schumer e la speaker della Camera, Nancy Pelosi, sono stati chiari: Trump non avrà il muro “né ora, né mai”.
Trump, da parte sua, ha risposto che è pronto a portare avanti lo shutdown anche “per anni”. I fondi richiesti da Trump sono stati inseriti nel progetto di legge, bocciato prima di Natale, per finanziare il dipartimento per la Sicurezza nazionale e altri dipartimenti e agenzie. Trump ha più volte detto che, se non sarà soddisfatto dei negoziati con i democratici, potrebbe dichiarare l’emergenza nazionale e usare i militari per costruire il muro, aggirando il Congresso. Nel recente passato, la Casa Bianca ha chiesto alle emittenti televisive di interrompere la programmazione in prima serata solo in rare occasioni, di particolare importanza per il Paese, come nel caso della morte di Osama bin Laden, annunciata dall’allora presidente, Barack Obama.
In alcune occasioni, le richieste della Casa Bianca sono state respinte dalle tv: nel 2014, per esempio, quando a Obama non fu concesso lo spazio televisivo per parlare dell’uso del suo potere esecutivo per cambiare le leggi sull’immigrazione, perché si trattava di un discorso “apertamente politico”; proprio come ora. Per giorni, il capo di gabinetto ad interim, Mick Mulvaney, ha spiegato agli altri funzionari della Casa Bianca che un discorso alla nazione del presidente servirà a spostare a loro favore la narrazione sulla battaglia relativa allo shutdown. Per questo, i democratici hanno subito chiesto di avere un “spazio televisivo uguale” a quello concesso al presidente, per poter rispondere.