Barcone in avaria in Libia, ong Sea-Watch prova a raggiungerlo

Barcone in avaria in Libia, ong Sea-Watch prova a raggiungerlo
20 gennaio 2019

L’ong tedesca Sea-Watch ha annunciato che la sua nave Sea-Watch 3 si sta dirigendo verso il barcone in avaria a largo di misurata, in Libie, con 100 persone a bordo – tra le quali 20 donne e 12 bambini – e per cui “nessuna autorità risponde”. “Sea-Watch si sta dirigendo verso l`emergenza segnalata da Alarm Phone e sulla quale nessuna autorità sta intervenendo”, ha scritto su Twitter l’organizzazione tedesca no-profit, “Siamo a circa 15 ore di distanza. Non possiamo coprire da soli il Mediterraneo, dove le persone vengono lasciate morire”.

Sea-Watch ha annunciato ieri di aver già soccorso 47 migranti sulla sua nave e chiede con forza “una soluzione rapida” nel quadro del diritto internazionale. Alarm Phone è un sistema di assistenza telefonica per le persone in difficoltà nel Mediterraneo. Ha indicato, sempre su Twitter, di essere stato allertato questa mattina su un gommone in difficoltà con 100 persone a bordo a circa 60 miglia al largo di Misurata, a est di Tripoli. Alarm Phone ha detto di aver informato i centri di coordinamento dei soccorsi a Malta e in Italia.

“Entrambi ci hanno rimandato al centro di soccorso e coordinamento di Tripoli (Jrcc) come autorità competente. Finora noi non abbiamo ricevuto risposta, non possiamo nemmeno confermare che abbiano ricevuto il nostro messaggio”, ha scritto Alarm Phone. “È il secondo giorno consecutivo, che il cosiddetto centro di coordinamento libico non è raggiungibile”, ha rincarato la dose Sea-Watch, “È un’autorità competente, in grado di coprire l`area che l`Europa le ha conferito per potersi voltare dall`altra parte? In un altro tweet pubblicato alle 15.50, Alarm Phone ha parlato di una “situazione disperata” sul barcone e ha riportato una conversazione con una persona a bordo che diceva: “Non riesco a parlare, mi sto congelando”. Era stato inoltre segnalato un bambino che ha perso conoscenza o addirittura deceduto.

Alarm Phone ha indicato poco dopo che un aereo militare sorvolava il gommone e che, in base alle descrizioni, si tratta di un aereo spagnolo dell’operazione europea Sophia, che lotta contro il traffico di migranti. A bordo sta aumentando il panico, la paura di morire. Il sistema di assistenza telefonica ha provato a rassicurare i migranti spiegando loro anche la crescente copertura mediatica della vicenda, per sentirsi però rispondere: “Non ho bisogno di essere sui notiziari, ho bisogno di essere salvato”. Varie decine di migranti sono morte negli ultimi giorni nel Mediterraneo in occasione di due naufragi, ha annunciato ieri l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) parlando di un bilancio di 170 morti. Un primo naufragio nel fine settimana al largo delle coste libiche aveva provocato 117 vittime secondo le testimonianze di tre superstiti, riportata dall’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). L’Unhcr ha a sua volta parlato di un altro naufragio nel Mare di Alboran (tra Spagna e Marocco) in cui 53 persone sono morte.

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