Sette candidati alla presidenza della Regione – tutti uomini – e altri 1.400 circa suddivisi in 24 partiti per 58 posti in Consiglio regionale, dei quali la meta’ donne, ben 58 sindaci (piu’ quello metropolitano di Cagliari, Massimo Zedda) su 377, e 52 consiglieri regionali uscenti: sono i numeri della campagna elettorale in Sardegna, dove il 24 febbraio prossimo si votera’ per scegliere il nuovo presidente della Giunta regionale ed eleggere i 60 consiglieri dell’Assemblea sarda. Un seggio e’ assegnato di diritto al candidato presidente che vincera’, l’altro spetta, invece, al secondo piu’ votato.
Rispetto alle elezioni del 2014, vinte da una coalizione di centrosinistra e sovranista sarda guidata dall’attuale presidente Francesco Pigliaru (Pd), ci sono tre partiti e un candidato presidente in meno: a questa tornata sarebbero stati otto se la magistrata del Tar Lazio Ines Pisano, unica donna, non avesse rinunciato prima dell’ufficializzazione delle liste. “La legge elettorale vigente non consente l’emersione di soggetti che non siano parte del sistema e gia’ strutturati”, aveva spiegato Pisano annunciando l’abbandono della competizione. Le donne, stavolta, sperano di trovare piu’ spazio nel parlamento sardo, dove ora siedono solo in quattro, tre delle quali ricandidate: Daniela Forma e Rossella Pinna per il Pd e Alessandra Zedda per Forza Italia. L’avvocata Anna Maria Busia (Centro Democratico) ha invece scelto di non ripresentarsi.
SINDACI. Uno su sei corre per le regionali. Ben 36 sono candidati nelle liste del centrodestra, in cui compare (nel Psd’Az) anche il direttore dell’Anci Sardegna Umberto Oppus, ex Udc, gia’ sindaco di Mandas. Per l’Udc si ripropone il sindaco di Tempio Pausania, ex consigliere regionale (fra i beneficiari precoci del vitalizio) ed ex assessore, Andrea Biancareddu.
PARTITI. La galassia dei partiti, rispetto a cinque anni fa, e’ cambiata. Alcune sigle sono scomparse, altre hanno cambiato nome e una serie di politici ha traslocato da una formazione all’altra, di solito nella stessa coalizione, anche se c’e’ qualche eccezione. – M5S. Per la prima volta riesce a presentare candidati il M5S, che l’anno scorso nell’isola si era spaccato al punto da non ottenere il via libera dal garante Beppe Grillo. Stavolta, dopo due ‘regionarie’ e il passo indietro del candidato della prima ora dell’ex sindaco di Assemini Mario Puddu in seguito a una condanna per abuso d’ufficio, il Movimento si presenta con il dipendente della Citta’ metropolitana di Cagliari Francesco Desogus e una folta pattuglia di esordienti, con l’eccezione della consigliera comunale di Sassari, Desire’ Manca.
CENTROSINISTRA. Per quanto riguarda il centrosinistra, otto liste sostengono il candidato Massimo Zedda, mentre Francesco Pigliaru vinse 5 anni fa col sostegno di 10 liste. Del vecchio schieramento sopravvive solo il Pd: gli altri partiti hanno cambiato nome, sono spariti o hanno preferito schierarsi con altri candidati. Upc e Psi si presentano uniti, come Cristiano popolari socialisti, in appoggio a Zedda, ricandidando i consiglieri uscenti: Pierfranco Zanchetta, Mondo Perra, Antonio Gaia. Sel non esiste piu’: i quattro consiglieri uscenti si ripresentano uno per Campo progressista (Francesco Agus), gli altri per LeU (Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco). Italia dei valori e’ scomparsa. La novita’ nel centrosinistra e’ la lista ‘Sardegna in Comune’, che fa riferimento al sindaco di Parma ex M5S Federico Pizzarotti. Fra i candidati anche l’ex sindaco di Sedilo (Oristano), Umberto Cocco, giornalista, gia’ capo ufficio stampa della Regione sotto la presidenza di Renato Soru.
SINISTRA SARDA. Va da sola col candidato presidente Vindice Lecis, scrittore e giornalista: cinque anni fa Pdci e Rifondazione si presentarono unite nella coalizione di centrosinistra e piazzarono due consiglieri, Alessandro Unali, ora ricandidato ma con LeU, e Fabrizio Anedda, adesso capolista di Progetto comunista, entrambi schierati con Zedda.
PARTITO DEI SARDI. Prima con Pigliaru, ora il PdS sostiene il suo fondatore e segretario Paolo Maninchedda, ex assessore ai Lavori pubblici della Giunta Pigliaru e ripropone i consiglieri uscenti, fra i quali il capogruppo Gianfranco Congiu.
AUTODETERMINATZIONE. Gli ex sardisti dei Rossomori, anche col consigliere regionale uscente Emilio Usula, corrono col candidato presidente Andrea Murgia sotto la sigla ‘Autodeterminatzione’, con cui si presenta anche Irs-Indipendentzia Repubrica de Sardigna, che nella coalizione di centrosinistra riusci’ nel 2013 a far eleggere il suo leader Gavino Sale, poi costretto a lasciare il seggio da un ricorso elettorale. ‘Gentes’, una delle tre liste che nel 2014 sosteneva la candidatura della scrittrice Michela Murgia alla presidenza della Regione, e’ confluita in Autodeterminatzione, cosi’ come il Fronte indipendentista Liberu, che cinque anni fa si presento’ in autonomia a sostegno di Pier Franco Devias, ora candidato consigliere. Anche Sardigna natzione indipendentzia (Sni) col coordinatore Bustianu Cumpostu sta con Autodeterminatzione.
CENTRODESTRA. Il candidato presidente Christian Solinas, segretario del Psd’Az e senatore eletto un anno fa con la Lega, puo’ contare sull’appoggio di 11 liste, mentre cinque anni fa il predecessore, il presidente della Regione uscente Ugo Cappellacci, deputato e attuale coordinatore regionale di FI, ne aveva con se’ sette. Queste le conferme nella coalizione, oltre al Psd’Az: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Riformatori, Udc e Uds. Le novita’ del 2019 sono Lega, Energie per l’Italia, Sardegna civica (in cui spicca il sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu) e Sardegna 20Venti, movimento voluto dal consigliere azzurro uscente Stefano Tunis, che schiera ben 14 sindaci e un altro consigliere uscente, Roberto Desini, eletto nel 2014 col Centro Democratico, poi passato al Partito dei Sardi, oltre allo stesso Tunis e a Domenico Gallus (gia’ FI, poi Psd’Az), sindaco di Paulilatino. La Base e il suo fondatore Efisio Arbau, sindaco di Ollolai (Nuoro) ed ex consigliere regionale eletto col centrosinistra ma poi rimosso da un ricorso elettorale, corrono stavolta col Psd’Az. Col centrodestra quest’anno si presenta anche Fortza Paris, presieduta dal generale della Brigata Sassari in pensione, Gianfranco Scalas, partito che nel 2014 sostenne la candidatura a presidente di Mauro Pili. La leader del movimento Zona Franca, Maria Rosaria Randaccio, corre con FI, cosi’ come l’ex europarlamentare Maddalena Calia, gia’ sindaca di Lula (Nuoro).
SARDI LIBERI. Si ripresenta per la terza volta alla piu’ alta carica della Regione l’ex presidente Mauro Pili, gia’ deputato Pdl, poi fondatore di Unidos, ora in corsa col simbolo ‘Sardi liberi’, cui, oltre ad alcuni fuoriusciti sardisti, ha aderito anche ProgRes, una delle tre sigle che nel 2014 formava la coalizione ‘Sardegna possibile’ a sostegno della candidatura a presidente della scrittrice Michela Murgia.