Precarie condizioni di salute, niente più carcere per Marcello Dell’Utri

Precarie condizioni di salute, niente più carcere per Marcello Dell’Utri
L'ex senatore di Fi, Marcello Dell'Utri
17 febbraio 2019

Stop definitivo al carcere per l’ex senatore Marcello Dell’Utri, in precarie condizioni di salute: è la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha concesso al cofondatore di Forza Italia la possibilità di terminare la detenzione, 11 mesi, nella sua abitazione a Milano 2, dove sta finendo di scontare la pena a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri, che si trovava in carcere a Roma, ha ottenuto i domiciliari lo scorso 28 settembre per i gravi problemi di salute: l’ex senatore infatti ha un tumore e una grave cardiopatia. Adesso però stavano scadendo i termini per i domiciliari, che sta scontando nella sua abitazione a Milano 2, e quindi è stato chiamato ad esprimersi il Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha sostanzialmente fatto propria la decisione dei colleghi di Roma.

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“Si tratta di una decisione corretta e coerente, in linea con quanto aveva già stabilito il Tribunale di Sorveglianza di Roma” afferma all’Adnkronos l’avvocato Alessandro De Federicis, che con la collega Simona Filippi difende Dell’Utri. ”L’ex senatore ha un tumore e 10 stent, un quadro clinico seriamente compromesso dalla cardiopatia, la sua salute non può più essere gestita all’interno di un penitenziario. E comunque – sottolinea l’avvocato De Federicis – il carcere se l’è fatto, su 7 anni ne ha passati dentro 4 e mezzo”. In sostanza, per i legali, “i giudici di Milano hanno preso atto di quello che con fatica noi abbiamo sempre sostenuto, un uomo anziano e in quelle condizioni di salute, a prescindere di come si chiami, non può stare in carcere”.

“Confermati i domiciliari al signor Dell’Utri fino alla fine della pena: ‘Una persona malata e anziana non puo’ stare in carcere’. – ha affermato, Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili a Firenze -. La legge impone le sue regole e nessuno puo’ contravvenire alle disposizioni vigenti. Una cosa pero’ e’ sicura, in Italia la certezza della pena non esiste, l’unica cosa certa e’ la morte dei nostri figli per mano di Cosa Nostra e il perdurare di un sistema mafioso che non ha dato e non dara’ mai loro giustizia completa”.

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