Sono in corso negoziati in Siria tra forze curdo-siriane e Isis per la resa delle ultime centinaia di miliziani jihadisti asserragliati tra l’Eufrate e il confine iracheno. Lo riferiscono fonti sul terreno in contatto con le forze curde che guidano l’offensiva finale contro quello che e’ stato descritto come l’ultimo bastione dello ‘Stato islamico’ nell’area di Baghuz. I jihadisti dello Stato islamico che difendono il loro ultimo lembo di territorio in Siria saranno “uccisi in battaglia” se non si arrendono alle milizie curdo-arabe che li assediano, dicono le Forze democratiche siriane, appoggiate dagli Usa, che in vista della battaglia finale stanno cercando di evacuare i civili rimasti nel mezzo chilometro quadrato ultima vestigia del califfato che un tempo si estendeva su un’area grande quanto il Regno unito tra Siria e Iraq.
“Stiamo lavorando a isolare ed evacuare i civili, poi attaccheremo. Potrebbe accadere presto” ha detto il portavoce Mustefa Bali. I combattenti dell’Isis “hanno solo due opzioni, o si arrendono o sarano uccisi in battaglia” aggiunge. L’isis dichiarò il suo califfato in vaste aree di Siria e Iraq nel 2014, con “capitale” nella città siriana di Raqqa. Oggi quel che resta del proto-stato islamico è una manciata di case nel villaggio siriano di Baghouz. L’Onu ha espresso oggi preoccupazione per “la situazione di circa 200 famiglie, tra cui donne e bambini, che sarebbero intrappolate” nell’ultimo bastione jihadista.
“A quanto pare l’Isis impedisce attivamente a molti di loro di partire ed essi continuano a essere sottoposti a bombardamenti e attacchi dalle forze della coalizione a guida Usa e dei loro alleati Sdf” (forze democratiche siriane), ha denunciato l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet. In una dichiarazione resa nota oggi a Ginevra, Bachelet denuncia che i “civili continuano ad essere utilizzati come pedine da parte delle varie parti” in conflitto. Bachelet ha quindi chiesto alle parti in conflitto di “fornire un passaggio sicuro per coloro che desiderano fuggire, mentre quelli vogliono restare devono essere protetti il piu’ possibile”. Per Bachelet i civili “non devono essere sacrificati per un’ideologia, da una parte, o per un’opportunita’ militare dall’altra. Se proteggere vite di civili significa prendere qualche giorno in piu’ per catturare l’ultima frazione di terra controllata dall’Isis, allora che sia cosi'”, ha aggiunto.