Agcom: Sud, Lazio e Veneto in ritardo su scuola digitale

Agcom: Sud, Lazio e Veneto in ritardo su scuola digitale
28 febbraio 2019

Regioni del Sud Italia come Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo sono in ritardo sul fronte della scuola digitale, con livelli di ‘connettivita” e di ‘innovazione didattica’ inferiori alla media nazionale. Al top, invece, gli istituti di Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Connessione elevata, ma approccio didattico tradizionale nelle scuole di Liguria e Toscana. E’ il quadro che emerge dal Report sullo stato di sviluppo digitale delle scuole in Italia pubblicato oggi dall’Autorita’ per le garanzie nelle Comunicazioni.

L’analisi condotta dall’Autorita’ – spiega una nota dell’Agcom – ha puntato innanzi tutto a misurare il livello di infrastrutture digitali delle scuole, fotografando cosi’ “l’esistenza di sistematiche differenze legate al territorio, al grado e alla dimensione degli istituti scolastici”. Lo studio ha poi esplorato l’uso del digitale nella didattica e nella gestione amministrativa, evidenziando anche qui differenze sia in relazione alle competenze del corpo docente sia con riferimento alle attivita’ svolte. Il panorama che emerge e’ abbastanza eterogeneo. La situazione migliore, cioe’ quella delle scuole con alti livelli di connettivita’ e innovazione didattica, vede al top gli istituti dell’Emilia-Romagna, con performance nettamente superiori rispetto al resto d’Italia. Appartengono alle regioni star, anche se a livelli piu’ vicini alla media nazionale, la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia.

Caratterizzate da una connessione elevata, ma con un approccio didattico tradizionale e quindi meno votato all’uso delle nuove tecnologie digitali, sono le scuole della Liguria e della Toscana. Ci sono poi gli istituti con un’elevata innovazione didattica ma un indice di connettivita’ al di sotto della media: si trovano principalmente in Molise, in Campania e in Umbria, oltre che in Sicilia e Sardegna. Si tratta di scuole virtuose, ma con un “livello di connettivita’” non adeguato alle competenze e alla propensione degli insegnanti all’utilizzo delle moderne tecnologie dell’informazione. E poi ci sono le regioni piu’ critiche, con “livelli di connettivita’” e di “innovazione didattica” inferiori a quelli medi nazionali: sono regioni del Sud Italia (Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo), ma anche Lazio e Veneto. Si tratta di territori in cui – secondo l’Autorita’ – investimenti infrastrutturali e miglioramento delle competenze e della cultura digitale devono viaggiare congiuntamente attraverso l’adozione di interventi complessivi e strutturati volti al raggiungimento di una piena scolarizzazione digitale.

“Partendo dal presupposto che bambini e adolescenti in misura sempre maggiore utilizzano tecnologie digitali, e che tutti i livelli (politico, istituzionale e accademico) riconoscono gli effetti positivi della digitalizzazione per lo sviluppo delle societa’ moderne – sottolinea in conclusione l’Autorita’ – ne consegue un necessario adeguamento anche da parte del sistema educativo. Le scuole, dunque, devono sia dotarsi di infrastrutture e strumenti digitali adeguati (non solo le semplici connessioni ad internet, ma linee ultrabroadband, mentre il 3% degli edifici scolastici – prevalentemente primari e dislocati per la maggior parte nel sud Italia – risulta ancora privo di qualunque connessione) – sia adottare un cambiamento nelle modalita’ di apprendimento e di insegnamento”. Il rischio, infatti, e’ “dare origine o di rafforzare disuguaglianze tra gruppi di individui laddove non vengano garantite condizioni simili a tutti. Tuttavia, il processo di digitalizzazione delle scuole deve contemperare anche una serie di rischi che tipicamente sono associati all’uso delle tecnologie digitali ed in particolare alla diffusione sempre maggiore dell’uso di social media; cyberbullismo, heat spech, dipendenza nel comportamento, disinibizione”. Anche in questo caso, “e’ solo attraverso lo sviluppo di competenze digitali del corpo docente e l’adozione di strategie digitali volte ad un approccio consapevole che si possono minimizzare i rischi sociali”.

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