Un Boeing 737 della Ethiopian Airlines con 157 persone a bordo si e’ schiantato sei minuti dopo il decollo da Addis Abeba e non ci sono superstiti. Fra le vittime, di 35 nazionalita’ diverse, ci sono anche otto italiani. L’incidente e’ avvenuto questa mattina alle 8,44 locali: l’aereo era decollato alle 8,38 dall’aeroporto di Bole diretto a Nairobi, in Kenya, ed e’ precipitato 62 chilometri a sud-ovest dalla capitale etiopica, vicino alla citta’ di Bishoftu. Ancora nessuna indicazione sulla causa dello schianto, ma il pilota avrebbe chiesto il permesso per tornare indietro. Dopo il decollo il velivolo aveva “una velocita’ verticale instabile”, ha riferito il sito Flightradar24. Si tratta della velocita’ ascensionale dell’aereo che indica quanta quota si guadagna fase di cabrata. A bordo del Boeing 737-800 MAX c’erano otto membri dell’equipaggio e 149 passeggeri.
LE VITTIME ITALIANE Tra le vittime italiane, Carlo Spini, 75 anni, originario di Sansepolcro (Arezzo) e residente a Pistoia, che era in viaggio con la moglie Margherita Viggiani, deceduta anche lei nell’incidente. i due andavano spesso in Africa per occuparsi di progetti della ong Africa Tremila di cui lo stesso Spini, medico, era presidente. La moglie seguiva il marito nelle attivita’ come infermiera volontaria per l’ong. Carlo Spini aveva di recente organizzato una colletta a Sansepolcro per reperire fondi con cui aiutare le popolazioni africane. Per anni aveva esercitato la sua professione a Pieve Santo Stefano e dopo esser andato in pensione si era dedicato a organizzare attivita’ umanitarie. Secondo quanto si apprende, in passato Carlo Spini avrebbe avuto incarichi a scopo umanitario dal governo dell’Etiopia. La coppia aveva quattro figli, abitava in Toscana ma trascorreva lunghi periodi dell’anno in Africa. Un altro dei nostri connazionali che ha perso la vita, è Sebastiano Tusa, archeologo marino di fama internazionale e assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia. Tusa era diretto in Kenya, per un progetto dell’Unesco, dove era gia’ stato a Natale insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni che dirige il Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo. Anche tra le altre cinque vittime ci sarebbero membri di Ong e di organizzazioni internazionali impegnate in Africa.
Ecco la lista dei 35 Paesi e del numero delle vittime: 32 Kenya, 18 Canada, 9 Etiopia, 8 Cina, 8 Italia, 8 Usa, 7 Francia, 7 Gran Bretagna, 6 Egitto, 5 Germania, 4 India, 4 Slovacchia, 3 Austria, 3 Russia, 3 Svezia, 2 Spagna, 2 Israele, 2 Marocco, 2 Polonia, 1 Belgio, 1 Gibuti, 1 Indonesia, 1 Irlanda, 1 Mozambico, 1 Norvegia, 1 Ruanda, 1 Arabia Saudita, 1 Sudan, 1 Somalia, 1 Serbia, 1 Togo, 1 Uganda, 1 Yemen, 1 Nepal, 1 Nigeria, 1 passaporto Onu. Tra le otto vittime italiane, tre facevano parte di una Ong del bergamasco, una era l’assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana, Sebastiano Tusa.
Per domani a Nairobi e’ in programma la quarta assemblea Onu sull’ambiente ed e’ possibile che sul volo fossero presenti delegati di molti Paesi stranieri. Il premier etiopico, Abiy Ahmed, ha inviato “le piu’ profonde condoglianze a quanti hanno perso perso propri cari” sul volo ET 302. L’amministratore delegato della Ethiopian, si e’ recato sul posto e una foto pubblicata su Twitter lo ritrae tra i rottami del velivolo. L’aereo era nuovissimo operativo da appena quattro mesi. Uno stesso modello Boeing 737-800 MAX della Lion Air era precipitato in mare cinque mesi fa con 190 persone a bordo al largo delle coste indonesiane. La Ethiopian Airlines, di proprieta’ statale, e’ fra le maggiori compagnie aeree dell’Africa con una decina di milioni di passeggeri all’anno e 80 destinazioni internazionali servite.
Il suo ultimo incidente di rilievo risaliva al gennaio 2010 quando un aereo era precipitato nel Mediterraneo poco dopo il decollo da Beirut, uccidendo le 90 persone a bordo. L’incidente piu’ grave risale al novembre 1996 quando durante un dirottamento su un volo tra Addis Abeba e Nairobi i motori del velivolo si arrestarono perche’ si era esaurito il carburante e nell’atterraggio d’emergenza in mare il velivolo urto’ la barriera corallina dell’Oceano Indiano. Morirono 123 delle 175 persone a bordo. Nel settembre 1988 un Boeing 737 in decollo da Bahir Dar urto’ uno stormo di volatili: un reattore fini’ subito fuori uso e il secondo si spense durante la fase di atterraggio d’emergenza: morirono 31 dei 105 passeggeri.