Un milione di anziani costretti a sopravvivere con una pensione sotto i 600 euro e un potere d’acquisto che negli ultimi 15 anni si è ridotto del 30%. Ma i pensionati dell’Isola devono anche scontrarsi con la difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari (liste di attesa, ticket sanitari, non autosufficienza, assistenza domiciliare), con il cattivo e in parte mancato utilizzo delle risorse pubbliche del Fondo nazionale delle politiche sociali, con il mancato recepimento della legge nazionale 328 e la non adeguata integrazione tra servizi socio-assistenziali e servizi sanitari. E’ la situazione denunciata dalla sezione palermitana dell’Associazione nazionale pensionati della Cia (Confederazione italiana agricoltori), durante il convegno ”Servizi integrati per gli anziani”. ”La dura recessione che ha colpito il Paese – ha detto il presidente provinciale della Cia, Antonio Cossentino – rende necessario mettere in campo con urgenza ogni iniziativa rivolta a favorire una ripresa stabile dell’attività economica e produttiva e, nello stesso tempo, avviare concrete azioni di politica sociale per dare sollievo alle famiglie e agli anziani: questi ultimi sono tra le categorie che più hanno pagato gli effetti della crisi”.
L’assessore al Lavoro e alla Politiche sociali della Regione siciliana, Giuseppe Bruno, ha spiegato che la Regione è ”in fase di piena programmazione per il 2015, anche per il trasferimento di fondi destinati ai distretti socio sanitari e alle politiche per anziani. Abbiamo dato direttive chiare e precise a tutti i distretti sanitari per rendere i servizi omogenei e migliorare la qualità della vita anche anziani. Occorre uscire dalla logica progetti, che si aprono e i chiudono, e puntare su servizi radicati nel territorio e che continuino nel tempo. Specialmente nelle aree interne della Sicilia, dove è maggiore la presenza di anziani e dove la crisi economica è ancora più grave”. L’associazione chiede anche che il Governo Renzi non penalizzi “ulteriormente il welfare, già fortemente indebolito negli anni passati, e non appesantisca il prelievo fiscale, soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione più deboli”. ”Si avverte la necessità di un meccanismo specifico di rivalutazione automatica delle pensioni – ha dichiarato Carmelo Travaglia, presidente regionale dell’Anp-Cia – e un adeguamento dell’importo minimo delle pensioni, agendo anche su meccanismi fiscali per ridare un po’ di capacità di spesa ai pensionati”.