May ancora sconfitta su Brexit, parlamento boccia intesa con Ue. Londra naviga a vista

May ancora sconfitta su Brexit, parlamento boccia intesa con Ue. Londra naviga a vista
La Camera dei Comuni
12 marzo 2019

I deputati britannici hanno bocciato a grande maggioranza per la seconda volta l’accordo stretto dalla premier Theresa May con la Ue sulla Brexit, gettando il Regno unito nella più grande incertezza a soli 17 giorni dalla data prevista per il divorzio. Nonostante l’appello roco di May alla Camera dei Comuni a sostenere l’intesa, o correre il rischio di un’uscita caotica dalla Ue o, peggio ancora, di una non-uscita, i deputati l’hanno sepolta con una valanga di no, 391 contro 242 sì. Il margine è inferiore alla sconfitta storica per 230 voti che May aveva dovuto incassare sullo stesso testo a gennaio, ma le modifiche dell’ultima ora concordate ieri con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker non sono bastare a spostare gli equilibri alla Camera dei Comuni.

I prossimi giorni si preannunciano caotici e imprevedibili: domani alle 20 i deputati dovranno votare sull’eventualità di lasciare l’Unione con uno strappo, senza intesa. Se questa soluzione verrà come si prevede bocciata, giovedì dovranno esprimersi sulla possibilità di chiedere un rinvio della Brexit ai partner europei. Parlando alla Camera dei Comuni dopo la sconfitta, la premier ha detto ai parlamentari di essere “profondamente dispiaciuta” del voto contrario alla sua proposta. “L’accordo che abbiamo negoziato è il migliore e l’unico accordo disponibile”. May ha offerto un voto libero domani per decidere se il Regno Unito debba lasciare l’UE senza un accordo il 29 marzo, poi giovedì sula possibilità di un rinvio. “Ma sia chiaro, votare contro il divorzio senza un accordo e per un rinvio non risolve i problemi che abbiamo di fronte”, ha detto.

“Questa assemblea dovrà rispondere a questa domanda: desidera revocare l’articolo 50, vuole indire un secondo referendum o vuole un accordo che non sia questo accordo? Queste sono scelte non invidiabili, ma a causa della decisione che l’assemblea ha preso stasera vanno affrontate” ha detto. Bruxelles ha avvertito che ora le probabilità di un divorzio senza accordo sono nettamente aumentate. “Con soli 17 giorni al 29 marzo, data prevista per la Brexit, il voto di stasera del parlamento britannico aumenta significativamente le probabilità di una Brexit senza accordo” ha detto un portavoce del presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. “I nostri preparativi al “no-deal” ora sono più importanti che mai” ha twittato il capo negoziatore Ue Michel Barnier. Sul futuro politico di May, che oggi è stata “tradita” da 75 dei suoi deputati conservatori, pesano enormi incognite. Prima del voto di oggi vari esponenti di governo avevano indicato un voto anticipato come la strada per uscire dall’impasse in caso di bocciatura dell’accordo sulla Brexit.

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Un altro esito possibile è un secondo referendum, chiesto da una rumorosa minoranza di deputati di entrambi gli schieramenti. Ma il leader laburista dell’opposizione, e euroscettico di vecchia data, Jeremy Corbyn, non ha fatto pressione per un altro referendum sulla Brexit nel suo discorso di stasera ai Comuni, nonostante la posizione ufficiale del suo partito a favore di un secondo voto. Né ai Comuni esiste una maggioranza a favore di un tipo di Brexit piuttosto che un altro, tantomeno per un secondo referendum. L’accordo di ritiro di May è naufragato su una controversa clausola di garanzia, nota come backstop irlandese, per tenere aperto il confine tra le due Irlande anche in caso di mancata futura intesa commerciale tra Londra e Bruxelles.

Il backstop è stato un argomento controverso per molti deputati britannici, che temevano che avrebbe indefinitamente vincolato il Regno Unito alle regole UE. Il tentativo della prima ministra di ottenere concessioni da Bruxelles sul backstop l’ha portata all’ultimo minuto a Strasburgo ieri, dove ha ottenuto qualche rassicurazione in più. Ma le speranze di cambiare gli equilibri parlamentari in favore dell’intesa si sono scontrate con il parere legale dell’attorney general Geoffrey Cox, che ha affermato che il rischio che il Regno Unito resti indefinitamente intrappolato nel backstop non è cambiato. La pubblicazione del parere di Cox ha provocato un brusco calo della sterlina e convinto i deputati euroscettici, che sono rimasti in dubbio a lungo. Poco prima del voto, i dieci deputati unionisti nordirlandesi del Dup, che appoggiano il governo May, hanno detto no all’intesa, segnandone di fatto la fine.

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