I reati di corruzione, caporalato, riciclaggio, ma anche alcuni reati ambientali, entrano a far parte di quelli che definiscono la “impresentabilità” di un candidato alle elezioni. L’esclusione prevista dal codice si applica a partire dal rinvio a giudizio. E’ quanto stabilisce il nuovo codice di autoregolamentazione, approvato ieri dalla commissione Antimafia con i voti favorevoli di Lega e M5s e le astensioni di Pd, Fi e Fdi. Il codice, basato su un impegno volontario delle forze politiche, dovrà ora passare dal voto di Camera e Senato prima di diventare operativo. Per questo è improbabile che sia applicato fin dalle prossime elezioni europee, dato che la scadenza per la presentazione delle liste è il 10 aprile.
“Il precedente codice – ha ricordato il presidente della commissione Nicola Morra (M5s) – era stato approvato nel settembre 2014. Il nuovo codice approvato ieri ha mantenuto l’impianto, rafforzato da alcuni fattori innovativi. Innanzitutto abbiamo ampliato lo spettro dei reati spia o sentinella, che rilevano aspetti podromici all’infiltrazione mafiosa, dando risalto alla legge anticorruzione”. Nel codice sono quindi previsti, oltre a quelli tipicamente mafiosi, i reati di concussione; corruzione; traffico di influenze illecite; turbativa d’asta; tratta di persone; estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio; sfruttamento del lavoro; traffico illecito di rifiuti; bancarotta fraudolenta. Introdotto anche il concetto del cumulo della pena. “In caso di reati con pene limitate, ma ripetute – ha illustrato Morra – con propensione a reiterare, quando la somma raggiunta è di quattro anni, scatta il motivo ostativo”. Sono esclusi dal cumulo, ha spiegato, i “reati di opinione” come la diffamazione ma anche quelli previsti dalla legge Mancino sulla discriminazione razziale, etica e religiosa. E’ stato anche deciso che il codice, a differenza del passato, sarà rivisto ogni anno, per adeguarlo alle novità legislative.