Clan nigeriani emulano mafia, riti di iniziazione e organigramma

4 aprile 2019

L’operazione No Fly Zone della squadra mobile di Palermo ha sgomitato l’associazione criminale nigeriana denominata Elye Supreme Confraternity, che comprende anche la Black Axe, oggetto di una precedente indagine. Sono 19 gli indagati e per 17 sono stati spiccati provvedimenti di fermo, ma 10 sono ancora ricercati. La cellula operava anche a Napoli, Torino, Cagliari, Catania, Caltanissetta e in provincia di Treviso.

Di un “altro colpo alla mafia nigeriana”, ha parlato il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, commentando l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Sono “violenti, organizzati, senza scrupoli: i boss africani rappresentano un pericolo crescente che va subito estirpato. Grazie a forze dell’ordine e inquirenti”. Dalla meta’ del secolo scorso gli studenti universitari nigeriani iniziarono a organizzarsi in associazioni, meglio note come gruppi cultisti, per potare avanti le loro istanze; ma presto cominciarono a occuparsi anche di attivita’ illecite. Il fenomeno raggiunse la maturita’ verso gli anni Novanta del secolo scorso, imitando talvolta – per gli aspetti gestionali e la soluzione dei conflitti – associazioni a delinquere piu’ note come la mafia italiana.

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Esistono rappresentanti nazionali, regionali e locali organizzati in modo gerarchico, e organi collegiali al cui interno si individuano figure ben delineate cui sono rimesse le scelte fondamentali dell’associazione e le affiliazioni di nuovi aspiranti che seguono uno specifico rituale. I Black Axe usano come colori distintivi il nero e il giallo e viene spesso utilizzata un’ascia nell’atto di spezzare le catene che imprigionano i neri d’Africa. Gli Eiye usano prevalentemente il bianco e il blu e ogni membro viene chiamato bird o air lord; come i loro antagonisti Black Axe, prediligono le armi bianche, i machete e le bottiglie di vetro spezzate. I Pirats o Seedogs, i Vikings e Arubaga sono gruppi che derivano dalla stessa confraternita nigeriana, s’ispirano al mare e usano come simboli navi pirata e teschi; prediligono il rosso il bianco e il giallo.

RITO DI INIZIAZIONE

Per entrare nell’organizzazione un nuovo “bird” e’ sottoposto a un rito d’iniziazione e uno di questi e’ stato registrato da una microspia piazzata nel quartiere palermitano di Ballaro’ dagli agenti della squadra mobile che oggi hanno condotto l’operazione No fly zone contro la mafia nigeriana. La cellula operava anche a Napoli, Torino, Cagliari, Catania, Caltanissetta e in provincia di Treviso. Sono 19 gli indagati nell’operazione, 17 i fermi disposti dalla direzione distrettuale antimafia, 7 dei quali eseguiti. Nel rito d’iniziazione registrato dalla polizia, l’aspirante membro viene spogliato e spinto a terra, preso a calci e pugni, ferito con un rasoio e poi costretto a bere un intruglio composto dal suo sangue, dalle lacrime – sollecitate dallo strofinio di peperoncino contro gli occhi – e anche di alcol e tapioca.

Al rito partecipano solo alcuni membri che seguono un rigido protocollo. L’iniziato viene sottoposto a gravi atti di violenza che servono in qualche modo a testare la serieta’ delle sue intenzioni e la sua fedelta’. L’organizzazione ha un rigido sistema di regole e chi trasgredisce subisce severe sanzioni. L’associazione ha una cassa, alimentata dal denaro degli affiliati, dalla quale si attinge anche per pagare le spese legali degli associati. Indagini tradizionali e intercettazioni hanno confermano quanto racconto da due collaboratori di giustizia nigeriani.

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