Monito di Mattarella: toghe sobrie e rigorose. Carica mai elettiva

Monito di Mattarella: toghe sobrie e rigorose. Carica mai elettiva
5 aprile 2019

“Profondo rispetto della deontologia professionale”, “sobrietà dei comportamenti” e mai farsi condizionare da “spinte emotive” e “clamori mediatici” intorno ai processi. Ecco come deve essere un magistrato secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, all’inaugurazione dell’anno formativo della Scuola superiore della magistratura, parla a braccio e tocca alcuni nodi molto discussi del pianeta giustizia. Come quello dell’uso dei social da parte delle toghe perchè i social media “se non usati con prudenza possono vulnerare il riserbo dell’azione e offuscare la credibilità e il prestigio della funzione giudiziaria”. Ma c’è anche un messaggio ‘politico’, per tutti quelli che a più riprese, anche in Italia, evocano l’istituzione di giudici eletti dal popolo. “Nel nostro sistema costituzionale la magistratura non è composta da giudici o pubblici ministeri elettivi e, vorrei aggiungere, neppure ovviamente da giudici o pubblici ministeri con l’obiettivo di essere eletti”, sentenzia Mattarella.

Tema caldo, tornato alla ribalta a inizio febbraio quando il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a rischio processo per sequestro di persona nel caso Diciotti, aveva ricordato, in uno scontro con un pezzo di magistratura, che lui era stato eletto dal popolo mentre i giudici no. E già nel 2017, dal palco di Pontida aveva promesso: “La Lega al governo proporrà un progetto di legge per avere giudici eletti direttamente dal popolo”. Discorso ripreso – ma in senso contrario – anche da Gaetano Silvestri, direttore della Scuola superiore della magistratura di Castelpulci – con un passato da vice presidente della Corte costituzionale – che ha ribadito che “l’ordine giudiziario è composto di magistrati soggetti soltanto alla legge, senza superiori nè gerarchici, nè di altro tipo, lontani dalle fluttuazioni della politica”. Al vice presidente della magistratura David Ermini il compito di ricordare che “la giustizia è un servizio e un valore, senza giustizia e tutela dei diritti e delle libertà non c`è democrazia”. Infine il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha richiamato l’attenzione sull’importanza del linguaggio del giudice perchè anche da quello dipende la “percezione” della legittimità di una decisione. In tempi di pene dimezzate per femminicidio a causa della “tempesta emotiva” dell’assassino.

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