Il governo d’Accordo Nazionale libico (GNA), riconosciuto dalla comunità internazionale, ha accusato la Francia di sostenere il generale Khalifa Haftar e ha annunciato la cessazione di ogni cooperazione con Parigi. “Tutte le relazioni con la parte francese in termini di sicurezza bilaterale si fermeranno”, ha detto il ministero degli Interni del GNA guidato da Fayez al Sarraj in una dichiarazione ripresa dall’emittente Libyaalahrar tv. Immediata la risposta della Francia che ha definito le accuse di Tripoli “completamente infondate”. “La Francia sostiene il governo legittimo del premier Sarraj e la mediazione dell’Onu per una soluzione politica inclusiva in Libia” ha detto inoltre una fonte dell’Eliseo alla Reuters. “Quindi l’interlocutore legittimo del presidente della Repubblica è il primo ministro Sarraj con cui il presidente si è intrattenuto lunedì per confermare il sostegno in questi termini”, ha aggiunto la fonte. Nel frattempo, la procura militare di Tripoli, che fa capo al GNA, ha spiccato un mandato di cattura per il generale e sei suoi collaboratori.
L’attivismo del governo Serraj arriva in momento in cui le truppe di Haftar sembrano dare segni di stanchezza sul campo di battaglia. Stamane, “le Forze di Difesa del Sud”, una milizia tribale fedele al GNA annunciato di aver “preso il pieno controllo” della base aerea Tamanhint che si trova a una trentina di chilometri da Sebha, nel sud libico e strategica per le truppe di Hafatr per alimentare la sua offensiva sulla capitale. Sulla vicenda, notizie tuttavia contraddittorie: una fonte militare delle forze di Haftar citata dal portale al Wasat, dopo aver ammesso l’attacco ha affermato che le sue forze “sono riuscite a respingere gli attaccanti e ripreso il controllo” della base. Nella mattinata, l’aviazione di Sarraj ha compiuto raid sulla base di Giufra, distretto a sudest di Tripoli, occupato in parte dalle truppe di Haftar. A conferma dell’arretramento delle forze di Haftar, nel pomeriggio è giunto l’annuncio del GNA di aver cacciato le forze del generale da Azizah, cittadina a sud-ovest di Tripoli.
Lo stallo riguarda anche la situazione politica. Le divisioni internazionali sulla Libia hanno “incoraggiato” l’uomo forte della Cirenaica, Haftar a lanciare la sua offensiva su Tripoli, come ha ha detto l’inviato Onu Ghassan Salamé. “Le divisioni internazionali esistevano prima dell’attacco” e hanno “incoraggiato” il maresciallo Haftar ad iniziare la sua offensiva, dal 4 aprile, per conquistare Tripoli, ha detto in un’intervista all’agenzia France Presse ripresa dal quotidiano Le Figaro. L’impasse diplomatica è confermata dallo scontro in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu: la Russia ha bloccato una bozza di Londra che attribuiva le responsabilità della situazione a Haftar. Mosca ha fatto sapere infatti che appoggerà solo una risoluzione “equilibrata” che non attribuisca responsabilità a una delle parti. La posizione del Cremlino porterà a una riunione chiesta dalla Germania per una risoluzione di cessate-il-fuoco. A fare le spese della guerra sono, i civili. Il bilancio del conflitto è salito ad almeno 205 morti e 913 feriti, come ha riferito l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), precisando di avere dispiegato il suo personale a sostegno “degli ospedali sulla linea del fronte”, per aiutare in particolare negli interventi chirurgici di urgenza. askanews