Salvini leader dei sovranisti, il 26 ci riprendiamo l’Europa. Papa fischiato a Milano

18 maggio 2019

Muri alle frontiere, radici cristiane, no all’Islam, e poi gli insulti ai “burocrati europei”. I temi intorni ai quali si salda l’internazionale “nera” sono tutti qui, ed è su queste parole d’ordine che Matteo Salvini lancia la sua sfida in vista del 26 maggio, per “riprenderci l’Europa”.

Piazza del Duomo non è piena come si sperava, complice anche la pioggia, e alla fine gli organizzatori non danno i numeri dei presenti. Ma il risultato politico Salvini lo ottiene: anche se rifiuta la denominazione, l’ultradestra europea si affida a lui per andare all’assalto dell’Europa “dei banchieri e delle multinazionali”.

A difesa di un’idea di Europa con al centro le nazioni, si schiera ‘l’Internazionale sovranista’ che ha sfilato in piazza Duomo insieme alla Lega: dalla francese Marine Le Pen, al tedesco di AfD Jeorg Meuthen all’olandese Geert Wilders, tutti a tessere le lodi del ministro italiano per quanto fatto nel contrasto all’immigrazione illegale. Tutti gli interventi delle dieci delegazioni presenti si sono concentrati contro l’attuale ‘cabina di comando’ europea, contro il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker, e contro i due ‘dominus’ Angela Merkel e Emmanuel Macron.

Salvini, dal palco cita sia Papa Ratzinger che Wojtyla come esempi positivi, dice che con questo pontefice lui non e’ d’accordo: “Con l’azione di governo ho dato risposte con fatti non con parole. Lo dico anche a Papa Francesco (il Pontefice in mattinata, aveva detto di “non dimenticare” chi muore in mare tentando di raggiungere l’Europa, ndr): il governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con orgoglio e spirito cristiano. Stiamo salvando vite. Diciamolo con orgoglio domani andando a messa”, è l’invito di Salvini ai militanti, spiegando che si sarebbe scesi dai 15mila morti tra il 2015 e il 2018 a meno di mille vittime. Alle parole del ministro leghista, una parte della piazza fischia. “Non mi piacciono i fischi ma erano tanti che applaudivano e pochi che fischiavano”, dice il ministro dell’Interno in serata, provando a ridimensionare l’episodio.

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Ma per ora, quello che conta è la battaglia del 26 maggio, “elite contro popolo, comitati d’affari contro i lavoratori, banchieri contro risparmiatori”. Insomma, il più classico dei “Davide contro Golia”, nella narrazione di Salvini, che però galvanizza i suoi sostenitori: “La storia insegna che a volte i piccoli se sono determinati e compatti sconfiggono i poteri forti anche se sono pieni di soldi e di arroganza”.

L’obiettivo, è “storico”, ripetono tutti gli oratori, compreso Salvini: “Liberare il continente dall’occupazione abusiva organizzata a Bruxelles da molti anni. Chi ha tradito l’Europa, il sogno dei padri fondatori, di De Gaulle e De Gasperi? I Merkel, i Macron, i Soros, gli Juncker hanno costruito l’Europa della finanza e dell’immigrazione incontrollata”. E sull’immigrazione non esita a riproporre lo schema di contrapporre Wojtyla e Ratzinger a Bergoglio: i primi due citati come difensori dell’identità cristiana dell’Europa, il terzo esposto ai fischi della piazza: “A papa Francesco dico che la politica di questo governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con spirito cristiano”. Salvo poi chiudere il comizio con il rosario tra le mani, affidandosi ai santi patroni d’Europa e al “cuore immacolato di Maria che sicuramente ci porterà alla vittoria”. Perché nell’armamentario sovranista c’è anche l’identità cristiana, da difendere dallo spettro dell'”Eurabia”: “Qualcuno ha provato a negare perfino le nostre radici cristiane. Ma chi nega le sue radici è un traditore”, afferma Salvini. Che arriva a offrire se stesso per la causa: “Se serve per voi e per l’Italia, io do la vita. Non mi ferma nulla, col sorriso e la consapevolezza di essere nel giusto”.

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In una giornata così, Salvini evita polemiche interne e a Luigi Di Maio – che ne ha criticato gli alleati europei di ultradestra – risponde: “Ma l’ha vista questa piazza? Ci sono mamme e papà, non ultras. Qui non ci sono estremisti, fascisti, razzisti. Gli estremisti sono quelli che per vent’anni hanno governato l’Europa. Noi siamo estremisti, ma del buonsenso”. L’unico tema interno che rilancia dal palco è quello della flat tax, legando anch’esso alla battaglia europea: “E il 3%, e lo spread e i mercati… Abbiamo 20 milioni di disoccupati in Europa. Ci chiedono di aumentare le tasse, l’Iva, ma se saremo prima forza in Italia e in Europa io combatterò finché chiunque, lavoratore, imprenditore, artigiano, pensionato, non pagherà il 15% di tasse. Non una lira in più”. E anche per questo chiede il voto per il 26 maggio: “Dateci la forza, il coraggio, i numeri, dateci la possibilità di farlo. Il 26 maggio andiamo a riprenderci l’Europa e la cambiamo da cima a fondo”.

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