Quirinale in attesa. È l’atteggiamento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in queste ore successive alla tornata elettorale europea. Una consultazione che, pur segnando significativi cambiamenti rispetto agli anni passati – con Ppe e Sd che hanno perso, pur mantenendo voti importanti, lo storico ruolo di traino – non ha generato l’ondata sovranista che molti paventavano.
In fin dei conti l’unico Paese tra i maggiori del Vecchio Continente che ha registrato una avanzata sovranista netta è stata l’Italia, dove la Lega e Fratelli d’Italia – due schieramenti dichiaratamente di destra – hanno vinto senza alcun dubbio le elezioni. Ecco perché la situazione italiana si presenta tra i grandi Paesi unica, in chiave sovranista, nel panorama europeo. Ed ecco allora le cautele ovvie che il capo dello Stato mostra. Mattarella potrà farsi un’idea del quadro italiano – che ha visto trionfare Lega e FdI, sprofondare il Movimento 5 Stelle, avviare una risalita il Pd – solo quando avrà capito quale sarà l’orientamento delle forze politiche e del governo. Il presidente della Repubblica non potrà certo accettare uno scadimento dell’europeismo, della coesione continentale da parte dell’Italia. Anche se, lo ha ribadito più volte, la macchina comunitaria ha certo bisogno di alcuni aggiustamenti. A Bruxelles si è già cominciato a discutere dei commissari che comporranno la nuova Commissione europea, che si insiederà a novembre. Non da ultimo si comincerà a parlare anche del successore di Mario Draghi alla Bce.
Mattarella è consapevole che queste sono tutte scelte, decisioni che spettano all’esecutivo. Nello stesso tempo attende di capire in che modo procederà l’attuale alleanza di governo e se ci saranno ripercussioni dal voto sulla tenuta del gabinetto guidato da Conte. Insieme alle nomine, che indicheranno evidentemente il peso del nostro Paese in Europa, il faro di Mattarella è puntato anche sui conti pubblici. Soprattutto dopo l’annuncio dell’invio entro questa settimana della prevista lettera da parte di Bruxelles all’Italia per il mancato taglio del debito pubblico di fronte alla regola di riduzione nel 2018. E sulle considerazioni su una dura manovra che potrebbe essere necessaria. Una serie di appuntamenti vitali per il futuro del nostro Paese che passano ovviamente per il governo e per la sua capacità, la sua forza e autorevolezza di affrontare i problemi. Ecco perché Mattarella attende di capire come l’attuale maggioranza farà proprie le indicazioni arrivate dal voto di ieri. E solo dopo farà le sue valutazioni.