In Italia non accenna a diminuire significativamente il numero dei fumatori anche se cala il numero di sigarette mediamente consumate al giorno: sono 11,6 milioni gli amanti delle bionde, più di un italiano su cinque. Gli uomini sono 7,1 milioni e le donne 4,5 milioni. Il report sarà presentato oggi all’ISS in occasione del World No Tobacco Day (WNTD) organizzato ogni anno il 31 maggio dall’OMS. L’edizione 2019 è dedicata al tema “Tabacco e salute dei polmoni”, una giornata di riflessione globale sui rischi associati al fumo. Il cancro al polmone è infatti il quarto tumore in termini di incidenza ma la prima causa di morte per neoplasia. Le fumatrici sono aumentate soprattutto nelle regioni del Sud Italia: sono quasi il doppio rispetto alle fumatrici che vivono nelle regioni centrali e settentrionali (il 22,4% al Sud e isole contro il 12,1% al Centro e il 14% al Nord). Oltre la metà dei giovani fumatori tra i 15 e 24 anni fuma già più di 10 sigarette al giorno e oltre il 10% più di 20.
“Non cambiano negli ultimi anni le abitudini al fumo degli italiani – afferma Roberta Pacifici Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping – segno che serve incentivare campagne informative soprattutto per i giovani che rappresentano un serbatoio che alimenta l’epidemia tabagica e per le donne, per le quali è in aumento la mortalità per tumore al polmone. E’ importante intervenire prima possibile – aggiunge – e spiegare, come dimostra la nostra carta del rischio polmonare che più precocemente si diventa ex fumatore tanto prima ci si avvicina ad avere lo stesso rischio di ammalarsi di chi non ha mai fumato”. Secondo l’indagine dell’ISS un fumatore maschio su 4 è un forte fumatore, fuma cioè più di un pacchetto al giorno. Quasi la metà delle donne fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno. A questi fumatori si aggiungono inoltre i consumatori di nuovi prodotti. L’1,7% consuma e-cig e l’1,1% fa utilizzo di tabacco riscaldato. I nuovi prodotti tuttavia non cambiano la prevalenza dei fumatori di sigarette che diventano nella maggior parte dei casi consumatori duali, utilizzano cioè sia le sigarette tradizionali che i nuovi prodotti.
Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania, sottolinea sia “un dovere promuovere soluzioni meno dannose”, ricordando che “le abitudini dei fumatori cambiano lentamente ed è per questo che è importante sottolineare che passare a prodotti alternativi, senza combustione, può ridurre morbidità e mortalità, oltre a migliorare la qualità di vita di milioni di persone. Rispetto al rischio di cancro al polmone, tema del No Tobacco Day 2019, non vi è alcun dubbio che i prodotti da svapo riducono questo rischio di diverse migliaia di volte, fino a 50.000 addirittura secondo alcuni recenti studi condotti proprio in Italia. Va ricordato, inoltre, che queste alternative a rischio ridotto risultano valide anche per i pazienti affetti da ipertensione arteriosa, diabete e schizofrenia”.
“Relativamente alla e-cig – dice Roberta Pacifici – va sottolineato che molti fumatori la usano per smettere ma spesso diventano consumatori di entrambi i prodotti o addirittura iniziano proprio a fumare provando la sigaretta elettronica. Un dato preoccupante è inoltre che chi utilizza i nuovi prodotti (e-cig e tabacco riscaldato) si sente autorizzato ad usarli nei luoghi dove vige il divieto di fumo minando il valore educativo di una Legge che in vigore da oltre 15 anni ha contribuito ad educare al rispetto della salute”. Rafforzare la legge e estendere i suoi divieti, secondo il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Farmacologico Mario Negri, è un’azione fondamentale per la dissuasione al fumo di sigaretta. “Estendere l’attuale divieto di fumo nei luoghi chiusi pubblici e nei luoghi di lavoro pubblici e privati è necessario – afferma Garattini – cosi come vanno vietate le pubblicità alle sigarette elettroniche e agli heated tobacco products”.