Coni taglia i contributi al calcio che minaccia di uscire. Tavecchio: attueremo una trattativa e poi decideremo

Coni taglia i contributi al calcio che minaccia di uscire. Tavecchio: attueremo una trattativa e poi decideremo
28 ottobre 2014

Il calcio contro tutti. L’immagine che Carlo Tavecchio regala allo sport italiano al termine del Consiglio nazionale del Coni odierno, dove sono stati ratificati i criteri della nuova distribuzione dei contributi del Coni, e’ questa. Al punto da spingere il presidente della Figc a dire: “Noi fuori dal Coni? Vorremmo starci, il problema e’ che ci costringono ad applicare delle procedure che ci umiliano”. Orgoglioso il presidente Malago’ nel dire “era difficile pensare che potesse andare bene cosi’, il clima lo conosciamo ma abbiamo saputo meritarci la fiducia, questo perché abbiamo una fortissima credibilita’ e non ci sta regalando niente e nessuno”. I contributi statali allo sport nel 2015 sono stati pressoché confermati in toto (-1,84% a 405,6 milioni). I contributi alle singole federazioni poggeranno d’ora in avanti “su un criterio di produttivita’, di risultati ottenuti – ha spiegato Malago’ -. Fino ad oggi c’erano federazioni che avevano troppo ed altre che hanno ottenuto troppo poco, ma certo non si puo’ dire che questo e’ un provvedimento che e’ uscito dall’oggi al domani. Adesso ci saranno nuovi parametri che verranno di anno in anno rivisitati sulla base della produttivita’ dei risultati”. E qui entra in ballo il calcio che avra’ dai 25 milioni in meno ripartiti tra tutte le altre federazioni. Nuoto, Atletica e Fijlkam avranno intorno al milione in piu’.

“Oggi sono tutti contro il calcio – le parole di Tavecchio – attueremo una trattativa fino alla meta’ di questo mese poi il consiglio decidera’ collegialmente”. Il calcio pensa di trattare direttamente il contributo con il governo. “I fondi arrivano dal governo che li ottiene attraverso le scommesse e le tasse che applicano anche le societa’ sportive. Il miglior contribuente e’ il calcio, altre situazioni non sono paragonabili a noi. E’ perequato un rapporto di 72% per le medaglie olimpiche e 18% al territorio, all’agonismo e al sociale?”. E ancora: “Dovremo valutare l’ipotesi di entrare in concorrenza con le scommesse. Ho convocato un consiglio federale il 14 novembre”. L’idea della Figc e’ quella di ricevere una parte delle percentuali di introiti dalle scommesse direttamente dal governo. “Aspettiamo con pazienza che in questi giorni si valuti la questione anche alla luce dell’intervento del sottosegretario Delrio che individuava l’impegno dei fondi pubblici sui giovani e il sociale”, continua Tavecchio.

Al presidente della Federbasket che chiede un bagno d’umilta’ (“Se oggi 75 persone la pensano in un modo, il calcio si faccia anche un esame di coscienza” ha detto Petrucci) Tavecchio risponde: “Non ne abbiamo bisogno, noi siamo uno sport popolare. Davanti a 20 o 40 squadre di élite noi abbiamo 76mila squadre che intrattengono tutte le domeniche il tempo libero degli italiani”. Il taglio tocchera’ soprattutto il settore arbitrale tra i dilettanti. “Noi diamo agli arbitri 0,21 euro per chilometro, cosa gli diamo di meno? Non li paghiamo?”. Ma c’e’ anche chi tende la mano come il presidente della Federatletica Alfio Giomi che dice: “Chiedo di riaprire i lavori della commissione per i prossimi sei mesi integrandola con la rappresentanza della Figc e con parametri piu’ vicini alla realta’. Poi a fine marzo ci rivediamo e decideremo”. E di fronte alle minacce di Tavecchio di uscire dal Coni, Malago’ chiosa: “Non penso sia un’ipotesi all’ordine del giorno. Non sono affatto preoccupato, ma e’ legittimo che facciano tutte le loro valutazioni. E’ stato un consiglio nazionale per certi versi storico. Il calcio prende sei volte e mezzo di piu’ della seconda federazione (37,5 milioni contro i 6,1 della Fidal, ndr). Avra’ una percentuale che, alta e bassa che sia, deve stare nel contenitore delle altre federazioni”. In merito alla possibilita’ di legare i contributi con le scommesse sportive: “Se ci riescono sono contento”.

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