Pugni e insulti, minacciati per maglietta Cinema America

16 giugno 2019

Bottigliate, pugni, insulti e testate con minacce per far togliere a 4 ragazzi le magliette del Piccolo Cinema America, arena di Trastevere recuperata da una associazione di giovani che ha dato vita a un progetto che mira a portare il grande schermo nelle piazze della Capitale. Il fatto è avvenuto nella notte, intorno alle 4. Ad agire sono stati – si fa sapere dalla stessa associazione – “una decina di individui di circa trent’anni all’urlo di ‘Hai la maglietta del Cinema America, sei antifascista, levati subito sta maglietta, te ne devi andare via da qua’”. I quattro aggrediti – si ricorda – avevano passato la serata anche in Piazza San Cosimato per seguire le proiezioni dei ragazzi del Cinema America.

A denunciare il tutto è David Habib – 20 anni, ex studente del Liceo Virgilio, lavora alla biglietteria del Colosseo – ricoverato d’urgenza al Fatebenefratelli. Lui aveva indosso la maglietta bordeaux ora piena di sangue per via di una tumefazione e trauma con fattura scomposta alla piramide nasale. Ad un altro degli aggrediti sono stati messi tre punti sul sopracciglio destro. “Eravamo a San Francesco a Ripa. All’inizio erano in due, hanno iniziato a insultarci – spiega David Habib – e in pochi minuti da 2 sono diventati quattro e dopo una decina. Non siamo riusciti nè a scappare nè a difenderci, non ci hanno lasciato liberi nemmeno di andare via. È stato un assalto pieno di violenza, che non riusciamo a comprendere, noi non abbiamo nemmeno risposto alle loro provocazioni. Io non ho acconsentito a togliere la maglietta e la conseguenza è stata una testata sul naso, che domani devo operare d’urgenza. È evidente che avessero già deciso di aggredirci. Abbiamo avuto la sensazione che ci avessero seguito da Trilussa fino a piazza San Calisto”.

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Trastevere è un punto di riferimento e luogo di aggregazione per tutti, “dove molti ragazzi anche più giovani di noi passano le loro serate, anche in occasioni delle proiezioni del Cinema America. Non smetteremo di frequentare i territori di questa città liberamente e di rivendicare le nostre idee, come non smetteremo di partecipare alle proiezioni a San Cosimato e indossare la maglietta del Cinema America”, continua Habib. Valerio Carocci, presidente dell’associazione ‘Piccolo America’ spiega: “un atto gravissimo in una città e paese allo sbando. Dove la violenza non viene più condannata ma anzi viene difesa e sdoganata come strumento di giustizia da chi ci governa. Ci costituiremo parte civile e sosterremo le spese legali. Non smetteremo mai di indossare le nostre magliette e lanciamo un appello a tutti affinché si indossi tutti insieme una maglia bordeaux”. David Habib, da sempre è molto vicino ai ragazzi del Cinema America, “anche spesso aderendo alle loro assemblee interne e iniziative”.

“Piena solidarieta’ ai ragazzi del Cinema America aggrediti ieri sera” arriva anche da Virginia raggi. “Un atto vile e barbaro, che bisogna condannare fermamente – dice la sindaca di roma -. Il pensiero e la liberta’ di espressione nulla hanno a che vedere con la violenza. Roma e’ una citta’ aperta e inclusiva”. A sostegno dei ragazzi anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti. “Siamo tutti il Cinema America! Ho indossato anche io la loro maglietta, proprio come il ragazzo aggredito la scorsa notte. Facciamolo tutti! – dice Zingaretti -. Siamo dalla parte dei ragazzi del @piccoloamerica che riempiono di cultura le serate di Roma. Siano al più presto individuati gli squadristi di questa notte. A Roma non si può accettare una violenza così”, conclude il segretario dem.

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Il premier Giuseppe Conte interviene su Facebook. “Pochi anni or sono un gruppo di ragazzi si e’ organizzato ed e’ intervenuto a salvare dalla demolizione il Cinema America di Trastevere. Da quell’esperienza e’ nata l’associazione oggi denominata ‘Piccolo America’, che ha curato varie rassegne estive, gratuite. Ieri – prosegue il presidente del Consiglio – alcuni giovani presenti all’arena romana di piazza San Cosimato sono stati aggrediti perche’ non hanno ceduto a un gesto di sottomissione: non si sono tolti la maglia bordeaux col logo dell’Associazione, sinonimo per gli aggressori di fede ‘antifascista’”. Tuttavia, “aspettiamo le necessarie verifiche, ma se i fatti fossero confermati sarebbe un episodio gravissimo, aggravato dalla intolleranza ideologica”, conclude il premier.

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