L’ombra del duello Usa-Cina sul G20, i timori per l’Iran. Gelo Putin-May

L’ombra del duello Usa-Cina sul G20, i timori per l’Iran. Gelo Putin-May
I presidenti Usa, Donald Trump (d) e quello cinese, Xi Jinping
28 giugno 2019

I leader dei Paesi del G20 chiedono ai presidenti di Cina e Stati Uniti una soluzione alla disputa commerciale che potrebbe causare nuovi rallentamenti all’economia globale, nel primo giorno di summit del G20 a Osaka, su cui gravano anche i timori per le tensioni con l’Iran. Mentre cresce l’attesa per l’incontro di domani tra il presidente Usa, Donald Trump, e il presidente cinese, Xi Jinping, i mercati hanno mandato segnali di nervosismo, con le piazze asiatiche tutte con segno meno alla chiusura, e un avvio incerto anche sulle Borse europee. Trump ha voluto precisare di non avere promesso sospensioni alle tariffe alla Cina, in vista dell’incontro con Xi, che, ha commentato senza sbilanciarsi, “come minimo, sara’ produttivo”. Risolvere la disputa tariffaria tra Cina e Stati Uniti per evitare un “impatto dannoso” all’economia mondiale e’ auspicio anche del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ma le divergenze tra Cina e Stati Uniti sono emerse gia’ nel primo giorno di summit. Pechino, ha detto Xi, non vuole uno sviluppo “a porte chiuse”, ma uno sviluppo integrato di economia digitale e reale.

Trump ha, invece, sottolineato l’importanza della sicurezza delle reti 5G, in quello che appare un riferimento al gigante delle telecomunicazioni Huawei, nel mirino di Washington per i timori di spionaggio informatico, e vero nodo da sciogliere nelle tensioni con Pechino. Il dialogo tra Cina e Stati Uniti appare impostato su due piani diversi: mentre Trump ammorbidisce i toni della vigilia, parlando di “grandi accordi” nel commercio con India e Giappone, e descrivendo la cancelliera tedesca Angela Merkel come una “donna fantastica” e “una grande amica”, Xi ha fatto ricorso a un linguaggio forte contro i rischi del protezionismo e dell’unilateralismo, fonti di “grande preoccupazione” a livello internazionale. Il presidente cinese ha puntato il dito contro i Paesi sviluppati, accusandoli di mettere in atto pratiche protezionistiche che stanno “distruggendo l’ordine del commercio globale” gettando un ombra anche “sulla pace e la stabilita’ globale”, in quello che appare un chiaro riferimento agli Stati Uniti. Al primo giorno di vertice c’e’ stato spazio anche per altre polemiche, dopo l’intervista di Vladimir Putin al Financial Times, in cui il presidente russo descrive come “obsoleto” il modello liberale occidentale.

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“Quello che trovo veramente obsoleto”, ha detto Tusk in risposta diretta a Putin, “sono: autoritarismo, culti della personalita’, governo degli oligarchi. Anche se a volte sembrano efficaci”. Toni piu’ lievi, invece, quelli di Trump, che oggi ha incontrato Putin in bilaterale per la prima volta dal luglio dello scorso anno. Dopo i saluti iniziali, il presidente Usa ha anche scherzato con il leader russo. “Non interferire nelle elezioni” del 2020, ha detto rivolto Putin, in risposta a una domanda diretta sulla questione dei giornalisti presenti a Osaka. A destare preoccupazione, sul versante geopolitico, sono le tensioni con l’Iran, su cui i leader presenti al summit appaiono su posizioni divergenti. Se il primo ministro australiano, Scott Morrison, si dice pronto a considerare “seriamente” un’eventuale richiesta degli Stati Uniti di aiuto militare, il presidente cinese cinese ha avvertito, durante l’incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che la regione del Golfo e’ oggi “a un bivio tra guerra e pace”, aggiungendo che la Cina e’ dalla parte della pace.

Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, chiede invece all’Iran il mantenimento degli impegni fissati nel luglio 2015 con l’accordo sul nucleare firmato a Vienna, avvertendo Teheran che “prendiamo molto seriamente” eventuali violazioni del trattato. Mantenere l’accordo e ridurre le tensioni sono principi chiave anche per la premier britannica, Theresa May, all’ultimo summit del G20 in questa veste. A solo pochi giorni dal ritiro di Trump all’ultimo minuto di un attacco aereo alla Repubblica islamica, e mentre Teheran appare decisa a violare i limiti dell’accordo, l’urgenza diplomatica della questione appare evidente ai partecipanti del summit di Osaka, ma per il presidente Usa non c’e’ fretta di risolvere la crisi: “abbiamo molto tempo”, ha detto Trump in mattinata. Da Teheran, pero’, il portavoce del ministero degli Esteri, Abbas Moussavi, ha lanciato l’avvertimento che l’incontro di oggi a Vienna tra i Paesi firmatari dell’accordo del 2015 e’ “l’ultima chance” per salvare l’intesa, dopo l’uscita unilaterale degli Stati Uniti.

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