Approda oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri il ddl assestamento di bilancio rinviato la scorsa settimana. Il Cdm, inizialmente convocato per le 18, è stato anticipato alle 17. A spingere sull’acceleratore, i tanti dossier su cui è impegnato il governo italiano in queste ore e lo stallo sulle nomine Ue. Con il ddl assestamento e la relazione tecnica l’esecutivo giallo-verde mette a punto un piano da 7-8 miliardi per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo sull’Italia. Intanto, la decisione della commissione prevista per domani mattina rischia di slittare.
Ad esprimere fiducia sul fatto che l’Italia possa evitare il cartellino rosso di Bruxelles sono stati oggi sia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia il premier Giuseppe Conte. “Credo che il governo italiano – ha detto Mattarella -stia presentando tutti i documenti” alla Ue per dimostrare che “i conti saranno in ordine e che le indicazioni sono rassicuranti e che non vi sia motivo di aprire una procedura di infrazione”. “Sono sempre fiducioso”, ha affermato anche Conte da Bruxelles questa mattina prima di volare a Roma per l’atteso Cdm. “I numeri sono sempre quelli, positivi e non sono cambiati”, ha aggiunto.
Arriva, quindi, una correzione dei conti con la riduzione del deficit molto probabilmente al 2,1% (dal 2,4% delle ultime previsioni) senza far ricorso a una vera e propria manovra correttiva. Questo risultato si otterrà con l’aumento delle entrate fiscali, i dividendi straordinari e i risparmi dalle misure sul reddito di cittadinanza e pensioni. Inoltre, il governo dovrà mettere nero su bianco gli impegni per il 2020, come chiesto dalla Ue. Obiettivi che dovrebbero prevedere un’ulteriore riduzione del deficit strutturale di due decimali. Su questo progetto pesa però l’incognita flat tax: realizzare una nuova riduzione del disavanzo mettendo a segno anche la riduzione delle tasse da 15 miliardi chiesta dalla Lega è infatti alquanto complicato.