Simona Bonafè da un lato, Luca Lotti dall’altro. Sono i due estremi del Partito democratico in Toscana, che vede avvicinarsi le prossime elezioni, nella primavera del 2020. Le grandi manovre sono cominciate e molto lascia presagire che il partito punterà sulla segretaria regionale, forte peraltro delle 169 mila preferenze raccolte alle europee (di cui 63 mila in Toscana). A microfoni aperti non si sbilancia nessuno, ma dietro le quinte c’è molto lavoro per portare ad una candidatura unitaria che eviti le primarie.
Insomma potrebbe anche accadere che i vari nomi circolati in questi mesi, in maniera più o meno esplicita, quali il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, l’assessore alla Salute, Stefania Saccardi o l’ex vicepresidente della Regione, Federico Gelli, di fronte ad un’autocandidatura di Bonafé, facciano tutti un passo indietro. “Bonafé senza primarie o sarà guerra senza Bonafé”, afferma una fonte. Main sponsor dell’eurodeputata il sindaco di Firenze, Dario Nardella, uscito a testa altissima dalle ultime elezioni.
Finora sembrava Giani il più determinato a uscire alla scoperto, ma sia prima che dopo l’evento che ha accolto circa 1000 persone al Teatro Puccini, sette giorni fa, il diretto interessato ha smentito in tutte le salse di voleri candidare (“è troppo presto per parlare di queste cose”). Intanto oggi per circa un’ora ha fatto visita a Giani, Luca Lotti. La presenza in Consiglio regionale dell’ex ministro non è passata inosservata, non poteva essere altrimenti.
Al centro dell’incontro, “solo politica nazionale”, ha puntualizzato Giani, che sarà a Montecatini, il week end prossimo a Montecatini, per seguire i lavori della convention della minoranza dem. Patron di casa lo stesso Lotti, che ha organizzato quattro tavole rotonde, tra venerdì 5 luglio e domenica 7. Temi da svolgere: “è ancora possibile cambiare l’Italia” (con Stefano Allievi, Marco Bentivogli e Veronica De Romanis), “Il populismo è una tigre di carta” (con Bernard Dika, Alex Orlowski, Massimiliano Panarari e Mario Rodriguez) “La buona amministrazione delle comunità, la cura della nazione” (con alcuni sindaci del Pd) e “Quale partito serve all’Italia (con Francesco Clementi e Claudia Mancina).
Alle 12.30 di domenica le conclusioni politiche della convention con la presentazione del Manifesto dell’Italia riformista. Ad aprire i lavori, dovrebbe essere Luca Lotti che, se da una parte dichiara di essersi sospeso dal Pd, dall’altra lavora di buona lena per ricompattare la minoranza renziana. Questione che, a differenza che a livello nazionale, in Toscana si sta risolvendo per lo più tra chi ha tagliato i ponti col renzismo e chi tenta di ridargli nuova linfa.