‘Ndrangheta in Lombardia: dai parcheggi a Malpensa alla politica

4 luglio 2019

Consenso sociale, funzione anti-Stato, controllo dell’attività politico-amministrativa, oltre che delle più redditizie attività del territorio. La ‘ndrangheta spadroneggia ancora nell’hinterland milanese e nel Varesotto come dimostra l’operazione Krimisa diretta dalla Dda di Milano che ha portato a 34 arresti, di cui 27 in carcere e 7 ai domiciliari, con l’accusa, tra le altre cose, di associazione di mafiosa. Al centro dell’indagine gli investimenti sul grande business dei parcheggi a Malpensa, particolarmente redditizio per la temporanea chiusura di Linate.

Proprio la “volontà ossessiva per l’acquisizione dei terreni per parcheggi” ha spinto un imprenditore che voleva entrare nel settore a denunciare le pressioni subite dalla cosca locale, senza rinunciare al proprio intento. Una “eccezione” come l’ha definita il capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci, in un panorama che risulta immutato negli ultimi dieci anni. L’indagine dei Carabinieri e della Dda di Milano avrebbe accertato un legame tra l’ex sindaco di Lonate Pozzolo (Varese), Danilo Rivolta, e alcuni esponenti del ‘locale’ di ‘ndrangheta. L’elezione di Rivolta sarebbe stata appoggiata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 a Ferno (Varese). Tra gli indagati anche un consigliere di Fratelli d’Italia e un perito che lavorava per la Procura di Busto Arsizio (Varese): avrebbe fatto da ‘talpa’ su alcune indagini.

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L’indagine ha mosso i primi passi nell’aprile 2017, in contemporanea alla scarcerazione di Vincenzo Rispoli, capo della locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo. Gia’ prima di quel momento, dalla seconda meta’ del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi del ‘locale’ dovuti alla scarcerazione di esponenti di spicco. Cio’ aveva creato tensioni interne che erano state risolte grazie all’intervento dello stesso Rispoli e di Giuseppe Spagnolo, al vertice della cosca Farao-Marincola che comanda nell’area di Ciro’ Marina (Crotone) e in stretto contatto con quella di Legnano-Lonate. Gli investigatori sono riusciti a documentare alcuni incontri organizzati per decidere come risolvere le controversie e assegnare territori e competenze agli affiliati. Tra i temi discussi durante i summit, oltre alle questioni prettamente politiche, c’era anche la pianificazione imprenditoriale della cosca, i cui proventi erano investiti in parte nell’acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione dei parcheggi connessi a Malpensa (Varese).

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