Salvini minaccia la crisi di governo, poi si sblocca su dl Sicurezza bis

12 luglio 2019

Matteo Salvini arriva a minacciare la crisi di governo. E ieri, dopo una nuova mattinata di tensione alle stelle, si sblocca l’impasse sul decreto Sicurezza bis. Il “problema politico serio” viene risolto, proprio mentre Lega e 5 stelle continuano a darsele di santa ragione, con accuse reciproche che coinvolgono, come gia’ successo ieri, anche il presidente della Camera Roberto Fico. Proprio la terza carica dello Stato contribuisce a sciogliere il primo nodo: Fico riammette – terminato il vaglio dei ricorsi – all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alcuni degli emendamenti leghisti sulle forze di polizia in quanto, pur non strettamente attinenti al contenuto del provvedimento, si tratta tuttavia di “disposizioni che appaiono riferibili al personale delle forze di polizia chiamato ad attuare le previsioni contenute nel decreto”.

Il clima tra alleati sembra tornare a distendersi, ma manca ancora l’ultimo tassello, giudicato molto rilevante dal titolare del Viminale, ovvero l’emendamento sull’aumento del monte ore di straordinario per i Vigili del fuoco. Lo scoglio viene superato attraverso una proposta dei due presidenti di commissione, i pentastellati Francesca Businarolo e Giuseppe Brescia, che propongono di far decidere le commissioni stesse. In sostanza, se tutti i gruppi, all’unanimita’, si dicono d’accordo, l’emendamento ‘incriminato’ potra’ essere riammesso all’esame. E cosi’ avviene. Salvini esulta: “Vittoria della Lega su tutta la linea”. A stretto giro il capogruppo leghista in Affari costituzionali, Igor Iezzi, afferma che “il problema e’ risolto, si puo’ andare avanti”. Le commissioni iniziano quindi a votare gli emendamenti (i primi 5 sono stati tutti bocciati), mentre Brescia annuncia che chiedera’ a Fico il rinvio di una settimana dell’approdo in Aula, non piu’ lunedi’ prossimo ma il 22 luglio. “Il decreto sara’ approvato sicuramente entro l’estate”, pronostica il sottosegretario Nicola Molteni, che non teme imboscate al Senato: “Le norme sono condivise da Lega e M5s e il lavoro proseguira’, non temo assolutamente nulla al Senato”.

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Ma non si placano gli strascichi delle polemiche interne ai gialloverdi. “Voglio essere chiaro: lavoro come ho sempre fatto senza guardare in faccia a nessuno”, tiene a specificare Fico che, su Facebook, puntualizza: “Il Parlamento e’ libero da ogni pressione e svolge la sua attivita’ in piena autonomia”. “La Camera e’ infatti intervenuta per ovviare alle amnesie del ministro dell’Interno che si era dimenticato di prefetti, polizia e vigili del fuoco quando ha scritto il decreto Sicurezza“. Del resto, per tutta la mattinata lo stesso Salvini non era stato certo tenero con gli alleati di governo: “O si trova l’accordo o non si va avanti”, ha messo in chiaro il titolare del Viminale gia’ di prima mattina dai microfoni di radio anch’io. Salvini e’ poi tornato sul punto in una conferenza stampa (convocata su un altro tema), per ribadire il rischio che salti tutto. Nel frattempo i 5 stelle non stavano certo fermi ad osservare: “Non si cerchino pretesti per far cadere il governo, sono pronto a incontrare le forze di polizia e le rappresentanze sindacali per spiegare loro la verita’ sugli emendamenti al dl Sicurezza bis. Conta la verita’, non la propaganda”, afferma Luigi Di Maio.

“Non capiamo perche’ Salvini continui a dire sciocchezze e falsita’. Gli emendamenti respinti di cui parla hanno anche la nostra firma. E questo Salvini lo sa bene. Capiamo le esigenze meramente propagandistiche, capiamo il problema dei finanziamenti dei fondi oscuri, ma dalla Lega ci aspettiamo sincerita’”, scrivono sui social i pentastellati. “Basta attacchi”, chiede il ministro Riccardo Fraccaro. Ma Salvini non molla la presa e insiste: “Non faccio mezzo passo indietro”. E i 5 stelle non sono da meno: “Le forze di polizia oggi sono state usate per pura campagna elettorale e a pretesto per minacciare la caduta dell’esecutivo. Non fa onore a una istituzione che invece le forze di polizia dovrebbe difenderle sempre”. Il premier Giuseppe Conte prova a stemperare e rassicurare: “Non si sta rompendo nulla nel governo. Nessuna tensione, c’e’ una normale dialettica parlamentare, pero’ mi sembra che anche questo motivo di tensione si sia diradato”. I lavori delle commissioni riprenderanno lunedi’ alle 14, per poi proseguire per tutta la settimana. L’esame dell’Aula iniziera’ da lunedi’ 22 luglio, con l’obiettivo della maggioranza di licenziare il decreto entro giovedi’ per poi trasmetterlo al Senato.

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