Ergastolo per El Chapo e multa da 12,6 miliardi di dollari

17 luglio 2019

Finira’ in un carcere la vita violenta di Joaquin “El Chapo” Guzman: il narcotrafficante messicano e’ stato condannato da un giudice federale di New York all’ergastolo per i dieci capi d’accusa, piu’ ulteriori trent’anni di carcere per il possesso di armi automatiche, e al pagamento di 12,6 miliardi di dollari come risarcimento allo Stato. “Le prove schiaccianti presentate al processo hanno dimostrato che (Joaquin Guzman) era leader spietato e sanguinario del cartello di Sinaloa”, aveva scritto l’ufficio del procuratore federale di Brooklyn, Richard Donoghue, nell’atto di incriminazione. L’ex boss, figura temuta e venerata che ha ispirare film e serie tv, ha parlato per pochi minuti prima della sentenza. “Non c’e’ stata giustizia qui, la giuria era condizionata dai media”, ha dichiarato in spagnolo davanti al giudice prima di lamentarsi delle condizioni della sua detenzione in un carcere di massima sicurezza a New York.

“Una tortura, la situazione piu’ disumana che abbia vissuto in tutta la mia vita. Una tortura fisica, emotiva e mentale”, ha lamentato. Nulla in confronto a cio’ che lo attende nel carcere di Supermax di Florence, in Colorado, dove scontera’ l’ergastolo. Il penitenziario, noto come l’Alcatraz delle Montagne Rocciose, si trova in mezzo a una zona desertica, ed e’ considerato il piu’ sicuro degli Stati Uniti. I quattrocento detenuti sono rinchiusi in celle singole, da dove escono solo per un’ora al giorno. La Cbs lo defini’ “una versione igienizzata dall’inferno”. El Chapo, 62 anni, considerato erede del re della coca, il colombiano Pablo Escobar, e’ stato estradato negli Stati Uniti nel gennaio 2017 dopo due spettacolari fughe dalle prigioni messicane. L’accusa principale e’ di aver co-diretto il potente cartello di Sinaloa, responsabile dell’esportazione negli Stati Uniti, tra il 1989 e il 2014, di centinaia di tonnellate di droga.

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Nel processo, durato 3 mesi e che ha visto l’audizione di 56 testimoni, e’ emerso il ruolo centrale del Chapo, sia nell’esportazione di oltre 155 tonnellate di cocaina dalla Colombia verso gli Stati Uniti, sia nelle violenze commesse per eliminare i cartelli rivali. Nel fascicolo vi erano anche le accuse di corruzione sistematica di polizia, militari e politici (fino all’ex presidente messicano Enrique Pena Nieto, che ha sempre negato) per favorire l’impero dei narcos. E non mancavano i dettagli sul lusso sfrenato che El Chapo si concedeva, dai viaggi in Svizzera per i trattamenti di ringiovanimento alle infinite giocate nei casino’ di Macao e Las Vegas. E’ stato raccontato che avesse a disposizione quattro aerei, molte residenze, tra cui una villa nella localita’ balneare di Acapulco, uno yacht chiamato “Chapito”, un ranch con zoo privato e persino un piccolo treno per attraversarlo. Diversi testimoni hanno raccontato le scena dell’orrore in cui lui personalmente ha torturato e giustiziato i trafficanti rivali. E’ stato accusato di aver piu’ volte violentato delle minorenni, che secondo i testimoni riteneva “elisir di giovinezza”.

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