Muro, Corte suprema dice sì ai fondi. Trump esulta: “Grande vittoria”

27 luglio 2019

La battaglia di Donald Trump per costruire un muro alla frontiera con il Messico ha trovato una sponda nella Corte suprema. Con cinque voti a favore e quattro contrari, il piu’ alto tribunale americano ha stabilito che il presidente puo’ dirottare fondi del Pentagono per due miliardi e mezzo di dollari per la costruzione dei 160,9 chilometri di barriera di sicurezza lungo il confine meridionale. Il presidente degli Stati Uniti esulta: “Wow! Una grande vittoria sul Muro. La Corte Suprema ha ribaltato un’ingiunzione precedente, consentendo al muro con il Messico di procedere. Una grande vittoria per la sicurezza al confine”. Infatti, è stata ribaltata la sentenza della Corte d’Appello federale del Nono Circuito, in California, che si era schierata con il Sierra Club e una coalizione di comunita’ al confine nel definire nel definire una violazione della legge l’impiego di fondi che il Congresso aveva approvato per la difesa.

Per i giudici della Corte Suprema, a maggioranza conservatori, l’Amministrazione Trump ha mostrato “sufficienti” prove per dimostrare che non vi siano le basi per bloccare il trasferimento di fondi. A febbraio il presidente aveva dichiarato l’emergenza nazionale al confine con il Messico dopo due mesi di contrapposizione con il Congresso, tradottisi nello shutdown piu’ lungo della storia americana. Durante il braccio di ferro con Capitol Hill, il presidente aveva sostenuto di poter usare fondi di altre agenzie governative per la costruzione del muro. Un annuncio seguito immediatamente da azioni legali, anche da parte della Camera. Un tentativo questo fallito, con il giudice Trevor McFadden che aveva messo l’accento sul fatto che i tribunali possono risolvere le dispute fra il potere esecutivo e quello legislativo solo come ultima risorsa.

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“Il Congresso ha diverse armi politiche per far fronte alle percepite minacce alla sua sfera di potere”, incluse leggi che “limitano espressamente il trasferimento o la spesa di fondi per il muro”, aveva scritto McFadden. Davanti alla Corte Suprema, gli avvocati della Camera dei rappresentanti hanno osservato come in base alla Costituzione “un immenso muro lungo il confine semplicemente non puo’ essere costruito senza fondi approvati dal Congresso a tale scopo”. L’intervento della Corte – dove ora vi è una maggioranza di giudici di orientamento conservatore, due dei quali nominati da Trump – è arrivato su richiesta degli avvocati dell’amministrazione che hanno chiesto un intervento d’urgenza perché dopo il 30 settembre prossimo, fine dell’anno fiscale in corso, questi fondi non sarebbero stati più a disposizione.

Ma per la coalizione che si oppone alla costruzione del Muro la “lotta non è finita”. “Noi chiederemo alle corti d’appello di velocizzare i processi in corso per fermare i danno irreversibile ed imminente costituito dal Muro di Trump”, ha dichiarato Dror Ladin, legale dell’American Civil Liberties Union sottolineando come a rischio vi sia lo stesso principio costituzionale della separazione tra potere esecutivo e legislativo, che ha l’autorità di stanziare i fondi. Dello stesso tenore la dichiarazione della Speaker della Camera, Nancy Pelosi, che ha sottolineato come la decisione della Corte permetta all’amministrazione Trump di “rubare i fondi ai militari per spenderli per l’inutile spreco della costruzione di un Muro bocciata dal Congresso”.

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