Il decreto Sicurezza bis andra’ in Aula senza mandato al relatore. La commissione Affari costituzionali del Senato ha infatti licenziato il provvedimento senza esaminare i 1240 emendamenti presentati e dalle 12 l’Assemblea di palazzo Madama sara’ impegnata con le questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni. E’ quindi ormai scontato il ricorso alla fiducia da parte del governo, visto che sarebbe alquanto ‘travagliato’ l’esame del provvedimento in Aula senza relatore. Cosi’ come appare probabile che il voto si svolga gia’ nella serata di oggi, tanto che il leader leghista e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha tenuto a far sapere che sara’ presente. Intanto, resta l’incognita sui numeri della maggioranza, alla luce dei malumori interni al Movimento 5 stelle.
Ma potrebbero essere le assenze dall’Aula a venire in ‘soccorso’ dei gialloverdi, che sulla carta possono contare su 165 voti, 4 in piu’ rispetto alla maggioranza assoluta – che pero’ non e’ necessaria per approvare il decreto – ai quali tuttavia vanno tolti quelli dei cosiddetti ‘dissidenti’ pentastellati, che dovrebbero aggirarsi a non piu’ di una decina (secondo fonti parlamentari M5s il numero dei malpancisti sarebbe inferiore). Al momento e’ certo il no di Elena Fattori, che lo ha confermato sabato in un’intervista, anche se non ha ancora deciso se votera’ contro la fiducia o scegliera’ di non partecipare al voto. Anche Alberto Airola potrebbe non votare il provvedimento: “Sto ancora riflettendo su come comportarmi”, spiega in un’intervista al Corsera, ma “di sicuro non votero’ contro…”. Potrebbe uscire dall’aula per contribuire ad abbassare il numero legale? “Mi prendo queste ore che mancano per decidere. L’ideale sarebbe votare la fiducia al governo avendo la garanzia di poter contare su una dirigenza del M5s di polso capace di riportare alcune norme nell’alveo del rispetto dei diritti umani. Di sicuro non posso fare cadere il governo perché ho la certezza che quello che arriverebbe dopo sarebbe molto peggio per l’Italia e gli italiani”, conclude Airola.
Pallottoliere alla mano, quindi, se le defezioni dovessero essere una decina, i numeri della maggioranza potrebbero scendere a 155. Un’asticella che garantirebbe comunque il via libera definitivo al decreto. A questi numeri, d’altra parte, vanno aggiunti i due del Maie, che hanno sempre votato con la maggioranza. E andrebbero tolti un paio di voti per assenza giustificata, come ad esempio quello del Senatur Umberto Bossi, ancora in convalescenza. Le opposizioni sulla carta avrebbero tra i 140 e i 145 voti (sempre considerando anche le assenze fisiologiche), ma FdI e Forza Italia e alcuni senatori del Misto non sono contrari al provvedimento, pur non votando a favore della fiducia. Cio’ vuol dire che tra le file delle forze di centrodestra si potrebbero verificare alcune assenze ‘strategiche’ al momento del voto, per far scendere il quorum e andare in ‘soccorso’ alla maggioranza.
Il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, si dice certo che non accadra’ nulla: “E’ un momento delicato per il governo, ma non rischia di cadere sul decreto Sicurezza”, afferma dalle colonne de La Stampa. Convinto che il suo provvedimento bandiera non subira’ degli stop e’ Matteo Salvini: “Conto che passi, e’ una legge che serve al Paese”. Il titolare del Viminale sara’ oggi al Senato. E avverte gli alleati di governo sul secondo banco di prova che attende l’esecutivo, sempre al Senato, ovvero il voto sulle mozioni sulla Tav dopodomani: “Non e’ possibile che mercoledì’ si voti una mozione contro la Tav, contro il progresso, il futuro, sarebbe un voto contro il governo, contro l’Italia, contro gli italiani, noi ne trarremo le conseguenze, non stiamo al governo per perdere tempo”. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo non mostra preoccupazione: “Per noi l’importante e’ che il provvedimento passi, che e’ quello che i cittadini si aspettano. A nostro giudizio i numeri dovrebbero esserci senza particolari problemi”.