Gabrielli, moto acqua? Capire se leso diritto cronaca

Gabrielli, moto acqua? Capire se leso diritto cronaca
Il capo della Polizia Franco Gabrielli
5 agosto 2019

Piu’ che la vicenda in se’, quello che va chiarito nella storia del figlio di Matteo Salvini in sella ad un acquascooter della Polizia e’ se ci siano stati atteggiamenti da parte di qualche appartenente ad un corpo dello Stato che abbiano leso il diritto d’informazione di chi lo stava documentando. Ad una settimana dal giretto in mare a Milano Marittima, che lo stesso ministro ha definito subito un “errore”, e’ direttamente il capo della Polizia Franco Gabrielli a indicare quali siano gli aspetti sui quali intende fare chiarezza prima possibile. A “preoccuparlo”, dunque, non e’ la passeggiata a bordo della moto ad acqua. O meglio: “questa – dice – mi interessa il giusto e tutto sommato non e’ degna di particolare attenzione”. Perche’ “mi sembra onestamente che la vicenda sia stata un po’ amplificata, vi potrei portare decine di immagini di nostri mezzi che vengono utilizzati dai ragazzini”.

Piuttosto quello che “preoccupa” Gabrielli e’ se sia stato leso il diritto di cronaca; e’ capire se a Valerio Lo Muzio, il videomaker di ‘Repubblica’ che ha girato il video, siano state rivolte davvero delle minacce e se gli sia stato intimato di smettere di riprendere, come lo stesso giornalista ha denunciato. Proprio su input di Gabrielli la questura di Ravenna ha subito avviato una serie di verifiche e tutti i poliziotti coinvolti, tra l’altro, sarebbero gia’ stati identificati, anche se l’istruttoria non e’ ancora chiusa. Anche perche’ mancava proprio il racconto del protagonista della vicenda, Lo Muzio, che e’ stato sentito oggi in questura come persona informata sui fatti. “Sono stato sentito – ha spiegato il cronista, che ha confermato la sua versione – per raccontare quello che e’ successo quel giorno in spiaggia. Hanno cercato di farmi abbandonare la telecamera e non so ancora chi fossero quelle persone”. Per questo, ha aggiunto, “vorrei che i colleghi facessero loro le mie domande: chi erano quelle persone? A che titolo mi hanno fermato? che cosa non volevano che fosse ripreso?”.

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Proprio quello che ha chiesto Gabrielli. “C’e’ solo una cosa che mi interessa approfondire e che deve essere posta al centro – dice infatti il capo della Polizia – ed e’ se c’e’ stata una limitazione al diritto di informazione e di cronaca. Questo mi preoccupa di piu’, quando c’e’ una limitazione al diritto di cronaca, quando si impedisce ad un giornalista di fare il suo lavoro”. Un problema che pero’ secondo Salvini non esiste. “Non vedo rischi per la liberta’ di stampa in Italia onestamente. Se ci sono delle indagini, aspettiamole, ma che lascino fuori i bambini e se la prendano con me”, ha ribadito il ministro sottolineando che “tanti altri bambini salgono sulle moto della polizia, sui mezzi dei vigili del fuoco o dei carabinieri” e dunque se ci sono violazioni “aprite un dossier in Procura”.

Gabrielli non ha chiarito per il momento se chi e’ intervenuto facesse parte o meno della scorta del ministro. “Su questo si stanno facendo accertamenti – ha spiegato – e faremo tutte le azioni necessarie sia sotto il profilo penale sia sotto quello disciplinare”. Perche’, ha concluso “se ci sono state delle minacce, degli atteggiamenti che hanno esorbitato da quella che e’ l’azione ordinaria, ci sono anche profili penali”. “Gabrielli vuole un approfondimento? Non e’ difficile, basta sentire le parole di Valerio e guardare le registrazioni del video”, ha detto il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti mentre a Lo Muzio e’ arrivata la solidarieta’ dei Cdr di numerose testate, estesa anche a Giorgio Mottola di ‘Report’, protagonista di un altro battibecco con Salvini, ma questa volta sull’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega.

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