Il messaggio che arrivera’ dalla Lega martedi’ a palazzo Madama sara’ chiaro: questo governo e’ al capolinea, non si puo’ continuare ad andare avanti. Una eventuale risoluzione ci sara’ solo dopo aver ascoltato il presidente del Consiglio Conte ma il convincimento tra gli ‘ex lumbard’ e’ quello che il premier salira’ al Colle per fare un passo indietro. E’ soltanto allora che si aprira’ la vera partita. Con le lancette che torneranno al 4 marzo di un anno fa. Quando il dossier sara’ nelle mani del Capo dello Stato non si esclude nulla. I leghisti non chiuderebbero neanche all’eventualita’ di un rilancio dell’alleanza giallo-verde, una parte del Carroccio vorrebbe esplorare questa strada. Per un nuovo esecutivo. Ma ormai i pentastellati hanno fatto sapere che quel forno e’ chiuso.
E quegli spiragli che si erano aperti in questi giorni sembrano non esserci piu’. Dunque il ritorno al 4 marzo di un anno fa: se il Movimento 5 stelle dovesse andare al Quirinale e proporre un accordo di fine legislatura con il Pd si apriranno le danze in Parlamento. E la Lega punta a far si’ che i numeri per una vera maggioranza non ci siano. Con l’auspicio che la prima carica dello Stato non possa chiedere un tentativo di formare un nuovo governo – a guida Cantone? Fico? Di nuovo Conte? Su questo punto ogni scenario e’ ancora aperto e prematuro – se il rischio e’ che cada dopo pochi mesi. “Se parte un governo sara’ di fine legislatura”, l’ammissione di un ‘big’ del partito di via Bellerio. Dunque anche la via di un esecutivo per fare la legge di bilancio e poi portare il Paese al voto – ipotesi alla quale il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti nei giorni scorsi non ha chiuso – sarebbe difficile da percorrere.
“Se si dovesse saldare l’asse Pd-M5s chiederemmo il voto e nel caso ci prepareremmo anche all’opposizione”, osserva anche un altro ‘ex lumbard’. Ora la prossima mossa la fara’ il premier Conte. La convinzione nella maggioranza e’ che il premier non voglia ricucire il rapporto con Salvini. Da qui la tesi secondo la quale il Capo dell’esecutivo e’ pronto a dire a Mattarella che non c’e’ piu’ una maggioranza giallo-verde. Di Maio continua a ritenere le aperture di Salvini come un tentativo di fermare le manovre per un nuovo governo. E ha dato mandato ai suoi di esplorare il canale con il Pd. Ma il partito del Nazareno preferisce attendere i passaggi formali, ovvero i colloqui che ci saranno con il Capo dello Stato. Per i renziani non ci sono pregiudiziali, in un esecutivo per varare la legge di bilancio potrebbe anche esserci Di Maio con Conte alla guida del timone.
Non cosi’ per Zingaretti, a sentire un ‘big’ dem. Nel Movimento 5 stelle e’ pero’ in corso un confronto su chi eventualmente debba guidare le trattative quando e se arrivera’ il momento del dialogo ai massimi livelli. “Dovra’ essere Di Maio”, osserva un pentastellato di primo piano. E c’e’ fibrillazione anche nella Lega. Salvini ha fatto sapere ai suoi che e’ inutile venire a Roma lunedi’, che le giornate in cui si decidera’ tutto saranno quelle di martedi’ e di mercoledi’. E che la decisione sulle prossime mosse la prendera’ lui e poi la comunichera’. Ma tra gli ‘ex lumbard’ resta la preoccupazione su cosa succedera’. Non a tutti e’ gradita la strada dei quattro anni circa di opposizione. Da qui la tentazione di poter rilanciare un governo giallo-verde magari con ministri nuovi, pur di evitare il matrimonio tra il Pd e il Movimento 5 stelle.