Conte bis, il centrodestra unito dalla rabbia

Conte bis, il centrodestra unito dalla rabbia
Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini
29 agosto 2019

La rabbia c’è. E ci sta tutta all’interno del centrodestra che s’è ritrovato in pochi giorni negli abissi dell’opposizione dopo aver annusato Palazzo Chigi. Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno lasciato lo studio alla Loggia alla Vetrata del Quirinale pronti ad esplodere davanti ai cronisti. La leader di FdI “chiama” la piazza se dovesse nascere un governo M5s-Pd. Il Cavaliere, oltre a manifestare “preoccupazione per il pericoloso scenario” coglie l’occasione dei riflettori per rilanciare Forza Italia, “cuore di centrodestra non sovranista”. Mentre il leader della Lega, visibilmente nervoso, tira un primo gancio al suo oramai ex premier, Giuseppe Conte, che “ha trovato una maggioranza su indicazione del G7”. Centrodestra al tappeto, in sostanza. Una sconfitta che in molti, all’interno della stessa coalizione, attribuiscono alla troppa euforia del capo del Carroccio e, allo stesso tempo, alla sua incapacità nel dar vita a una crisi di governo.

La Meloni è una furia, anche lei era già pronta a fianco del Capitano per un nuovo governo. La leader di Fratelli d’Italia – la prima a tuonare, avendo incontrato il presidente della Repubblica ieri in mattinata – difende la sua scelta di opposizione frontale al possibile nuovo esecutivo M5s-Pd. E “chiama” la piazza per manifestare “il mio dissenso e lo voglio rappresentare insieme a quella parte di popolo italiano che come me non è d’accordo, perché non è sempre tutto scontato”, aggiungendo che l’appello non sia limitato ai militanti del suo partito ma “a tutti i militanti delusi dei partiti che stanno facendo l’esatto contrario di quello che avevano dichiarato”. Dunque, appuntamento “in piazza Montecitorio, il giorno della fiducia”. Per Fratelli d’Italia, quindi, “l’unico sbocco possibile della crisi è lo scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne”. Poi, la verace Meloni cala l’asso: “Il presidente Mattarella può scegliere di non farsi notaio di questo osceno baratto delle poltrone che si sta consumando”.

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Nel corso di questa crisi di governo, Berlusconi, vecchio volpone politico, s’è ripreso la scena e appena uscito da Mattarella indirettamente tira l’orecchio a Salvini. “FI deve essere ancora il cuore, il cervello e la spina dorsale del centrodestra, lontano da ingenuità sovraniste”. Come dire, “il nostro orizzonte è e rimarrà il centrodestra di cui siamo il fulcro; la destra senza di noi non sarebbe in grado di vincere e di governare”. Nel corso dell’incontro con in Capo dello Stato, Berlusconi evidenzia che “abbiamo illustrato tutta la nostra preoccupazione per il pericoloso scenario che si va delineando”. “Quella che sta nascendo tra M5s e Pd – sottolinea l’ex premier – è una soluzione politicamente sbagliata, inadeguata ai grandi problemi lasciati sul tappeto dall’esecutivo dimissionario”. Dopo Berlusconi è la volta di Salvini ad accedere nello studio del presidente della Repubblica.

I due leader sono protagonisti anche di una stretta di mano e breve scambio di battute nel cortile d’onore del Quirinale, incontrandosi incidentalmente in occasione proprio delle consultazioni. C’è “un premier su indicazioni di Parigi, Berlino, Bruxelles, un Monti-bis. A qualcuno dava fastidio un governo che stava restituendo orgoglio, sovranità e futuro alle famiglie italiane”. Un fiume in piena il capo del Carroccio dopo aver lasciato lo Studio alla Vetrata. Salvini evidenzia che a Mattarella “abbiamo espresso lo sconcerto non della Lega ma di milioni di italiani rispetto al teatrino della guerra delle poltrone che si verifica da giorni”. Il leader leghista sostiene che “unico collante” di questo governo “è l’odio nei confronti della Lega, primo partito italiano che ha avuto la forza di rimettere i suoi ministeri nelle mani del popolo italiano dicendo ‘giudicateci’”.

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