Dopo le elezioni locali di domenica in tutte le 85 regioni della Federazione russa a cantare vittoria sono sia il Cremlino, per la tenuta del partito di riferimento Russia Unita a livello nazionale, che l’opposizione di piazza grazie all’exploit di Mosca. Nella capitale, teatro dell’estate di proteste anti-governative represse con violenza dalla polizia (tanto che oggi e’ stata l’Onu a chiedere un’indagine a riguardo), il partito di governo Russia Unita, che appoggia il presidente Vladimir Putin, e’ passato da 40 a 25 seggi nella Duma di Mosca (il Parlamento cittadino), dove dopo 10 anni e’ tornato a sedere con quattro deputati Yabloko, l’unico vero partito di opposizione a cui e’ stato permesso di correre in questa tornata elettorale. A recarsi alle urne e’ stato il 21% dei moscoviti. Sembra cosi’ aver vinto la strategia promossa dall’oppositore Aleksei Navalny, il quale – dopo che gli aspiranti candidati a lui vicini erano stati estromessi dalla competizione elettorale – ha trasformato le elezioni in un referendum su Russia Unita, invitando al ‘voto intelligente’: dare la preferenza in ogni collegio al candidato che aveva piu’ chance di battere quello sostenuto dal potere.
Secondo i risultati ancora non definitivi, 20 dei candidati promossi dal “voto intelligente” sono passati; si tratta di esponenti del Partito comunista (13 seggi) e di Russia Giusta (tre seggi), formazioni che in Parlamento compongono la cosiddetta ‘opposizione leale’ al Cremlino. “E’ un risultato fantastico”, ha detto Navalny. Cocente la sconfitta di nomi eccellenti non rieletti come il segretario moscovita di Russia Unita, Andrey Metelsky, e la vicerettrice della Scuola superiore di economia Valeria Kasamara. Russia Unita, ai minimi storici del consenso sulla scia di impopolari riforme – come quella del sistema pensionistico e l’aumento dell’Iva – ha permesso ai suoi candidati di correre come indipendenti nel tentativo di ‘camuffarli’ e arginare l’impatto del malcontento.
“Le elezioni hanno dimostrato la leadership politica di Russia Unita a livello nazionale”, ha commentato il portavoce del Cremlino, sorvolando su Mosca. Nel resto della Federazione, dove si votava per rinnovare 16 governatori e il parlamento locale di 13 regioni, Russia Unita si e’ imposta senza problemi: i suoi candidati a governatore hanno vinto con percentuali superiori al 50%, evitando il ballottaggio, anche a San Pietroburgo, dove pero’ sono state molte le denunce di brogli. Al di la’ di Mosca, il neo sulla mappa delle vittorie di Russia Unita e’ il Lontano Oriente: il parlamento locale di Khabarovsk ora e’ controllato – con 34 seggi su 35 – dai nazionalisti del partito liberal-democratico (Ldpr), mentre in quello di Irkutsk, in Siberia orientale, il partito putiniano ha perso la maggioranza.